Coppa a GS.it: ‘’Migliorare calcio? Persone competenti, dimezzare gironi e tetti minimi e massimi di spesa…”

Allenatore, ex Scordia e Taorminaad inizio anno sulla panchina del Paternò. Con mister Marco CoppaGoalsicilia.it, ha voluto fare una panoramica sul calcio di oggi, partendo dalle difficoltà del girone B di Eccellenza che vive le situazioni poco positive di Adrano, Atletico Catania e Ragusa.

Mister, questo campionato di Eccellenza non era mai stato così di livello mediocre, almeno in bassa classifica…

“Nel mondo del calcio dilettantistico si va indietro anziché in avanti. Il fatto che non ci siano soldi sta diventando un alibi. Il problema è che in questo mondo c’è molta gente non adeguata, non adeguata ai tempi. Il mondo lavorativo di tutti i giorni progredisce, lì dove c’è competenza. A far la differenza nella vita sono le persone e purtroppo se le persone non hanno requisiti e capacità si va indietro. Il mondo del calcio ha una grande disgrazia perché è tra i primi, se non il primo, lavoro che ti dà visibilità: tutto quindi diventa una malattia per chi il calcio non lo ha mai fatto ma che domani si sveglia e va a fare il direttore sportivo da qualche parte”.

Sei amareggiato come non mai…

“Nella maggior parte dei casi nel mondo dilettantistico è così e chi fa ds e dg nelle società non ha i requisiti per poterlo fare. Per questo accadono tante cose sbagliate dal punto di vista gestionale, manageriale e organizzativo. Continuiamo a parlare sempre di crisi economica ma vanno male anche le società che hanno qualche fondo da spendere, tutto perché mancano le idee e mancano le competenze”.

Quale potrebbe essere la soluzione?

“I tecnici per allenare devono studiare e conseguire un titolo, perché non renderlo obbligatorio anche per i dirigenti? Se non succederà questo, i campionati continueremo a perdere qualità e diventeranno più scarsi. La vita va avanti, si parte dal basso per cambiare il calcio: nessuno vieta a chi non ha mai calcato il campo di diventare un dirigente, ma che studi e acquisisca competenza”.

Ti riferisci a qualcuno in particolare?

“Parlo in generale, ma mi rivolgo a tanti… Invece di parlare di quello che non va, cominciamo col migliorarlo. Tommasi ha parlato di campionato Nazionale Dilettanti perché capisce che bisogna partire dal basso per migliorare l’intero movimento. Questo la dice tutta e spero diventi un giorno il presidente della Federazione”. 

Ma secondo te gira tutto attorno al famoso discorso del ‘portare lo sponsor’? 

“Questo non lo so, ma faccio anche riferimento a società che problemi economici non ne hanno, quindi non saprei. Sta di fatto che i presidenti assumono persone senza competenze. Ma non è questione di soldi, ci sono squadre che stanno bene economicamente ma hanno dirigenti non all’altezza. Solitamente chi spende di più vince, ma non è sempre così”.

Il Città di Messina può essere l’esempio…

“Il Città di Messina, come lo è stato il Taormina qualche anno fa, è la dimostrazione che anche non spendendo tanto puoi fare bene. Ribadisco, più spendi più hai probabilità di vincere ma se hai un entourage competente, persone perbene e che ne capiscono di calcio, puoi fare bene con meno. Non conosco i dirigenti del Città di Messina ma sicuramente stanno facendo un grande lavoro”.

La banda Furnari può arrivare in fondo? 

“Hanno il dovere di crederci, a questo punto, perché no? E non sarà frutto del caso”. 

Sarà anche demerito degli altri…

“Quello certamente. Per esempio io tifo per il Paternò perché è una grande piazza, l’ho allenato e il presidente Mazzamuto merita tanto. Ha bisogno però di una struttura di un certo tipo: mi auguro possa raggiungere i play off nonostante una sistemazione tardiva. Partendo prima con una struttura diversa, oggi chissà… Quello che si è perso è difficile da recuperare”. 

I rossazzurri possono ancora agguantare la griglia play off?

“Assolutamente sì. Non dipende solo da loro ma da chi gli sta davanti, me lo auguro, tutti i giochi sono aperti”.  

Tornando al discorso iniziale, da cosa cominceresti per rinnovare questo nostro calcio?

“Dimezzare i gironi potrebbe essere una soluzione. Per evitare che i campionati vengano falsati, come succede da dieci anni ormai, con squadre ritirate e squadre che si presentano con la Juniores. Si dovrebbero richiedere delle garanzie, delle fidejussioni: si stabilisca un tetto minimo di spese e anche un tetto massimo per garantire tutti, campionato e giocatori”. 

Mister, la tua idea è sempre quella di restare fuori da questo mondo come ci avevi detto qualche mese fa?

“Io amo questo mondo, parlo in questi termini e con questa veemenza perché vengo da questo mondo, ci sono nato e cresciuto e ne sono innamorato. Voglio il bene di questo mondo ma non significa che debba farne parte. Non mi sento il paladino di nulla, ma penso che le cose da modificare siano tante. Questo calcio fa stare al centro dell’attenzione molti, ma che i prossimi ad entrarci siano all’altezza. Tutti devono poter far calcio, dal banchiere al pescivendolo con tutto il rispetto per tutti i lavori, ma che studino come ha fatto Sarri”. 

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Damiani Vittorio