“Condivide una cella di 8 metri quadrati”: i soldi e la fama non gli hanno evitato la galera | La stella del Milan passerà tutta la vita in cella

Dalle stelle sui migliori campi del mondo vincendo trofei, alle stalle dove vive attualmente in prigione. Che cosa è successo.
Nel corso degli anni, diversi calciatori che hanno militato in Serie A sono stati coinvolti in scandali legali che hanno scosso l’opinione pubblica. Uno dei casi più eclatanti risale al 1980, quando un’inchiesta sulle scommesse clandestine portò all’arresto di nove calciatori di Serie A. Tra questi figuravano Bruno Giordano, Lionello Manfredonia e Pino Wilson della Lazio, nonché Enrico Albertosi e Giorgio Morini del Milan. L’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza, rappresentò uno dei primi grandi scandali nel calcio italiano.
Uno dei casi più noti è quello di Michele Padovano, ex attaccante della Juventus, condannato per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. La sua vicenda giudiziaria è stata lunga e complessa, con un’iniziale condanna e una successiva assoluzione dopo anni di processi.
Nel 2011, un’inchiesta sul calcioscommesse portò all’arresto di 17 persone, tra cui l’ex capitano dell’Atalanta, Cristiano Doni. Le accuse riguardavano la manipolazione di partite in Serie B e Lega Pro, con l’obiettivo di trarre profitto dalle scommesse illegali. Questo scandalo evidenziò la vulnerabilità del calcio italiano alle influenze esterne e alle attività illecite.
Non si può dimenticare il caso di Giuseppe Signori, ex attaccante di Lazio e Bologna, coinvolto nello scandalo del calcioscommesse. Sebbene la sua condanna sia stata successivamente annullata, la vicenda ha avuto un forte impatto sulla sua immagine e sulla sua carriera.
Il caso Robinho
Robson de Souza, noto come Robinho, è un ex calciatore brasiliano. Considerato uno dei talenti più promettenti del calcio brasiliano, ha giocato per club prestigiosi come il Real Madrid, il Manchester City e il Milan. Nel 2017, Robinho è stato condannato in Italia a nove anni di reclusione per violenza sessuale di gruppo ai danni di una giovane albanese nel 2013.
La corte ha ritenuto che l’ex calciatore avesse partecipato all’aggressione insieme a un gruppo di amici. Robinho ha sempre sostenuto che il rapporto fosse consensuale. Nel marzo 2024, la Corte Suprema del Brasile ha stabilito che l’ex calciatore avrebbe dovuto scontare la condanna nel paese d’origine, poiché il Brasile non estrada i propri cittadini.

Dal campo di calcio al carcere
Robinho, condannato per stupro di gruppo, sta scontando la pena in una cella di otto metri quadrati. La sua vita carceraria è scandita da attività che spaziano dal calcio, con cui intrattiene gli altri detenuti, alla lettura, grazie all’iscrizione al club del carcere. Ha inoltre seguito un corso di elettronica e ora ripara apparecchiature all’interno della prigione, che ospita oltre 2.500 persone.
Il calciatore brasiliano, 41 anni, condivide la cella con un giovane di 22 anni. Oltre al lavoro e alla lettura, si dedica al giardinaggio e ha completato un programma di educazione al lavoro e alla cittadinanza. Le visite sono limitate ai familiari più stretti e, per giocare a calcio, deve prendere in prestito le scarpe dagli altri detenuti.