Città di Messina, Paterniti a GS.it: “Abbiamo grandi numeri, stiamo meritando. Vorrei suonare alla festa per la promozione…”

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Se il Città di Messina sta dominando il girone B di Eccellenza

Se il Città di Messina sta dominando il girone B di Eccellenza, il merito è anche suo. I giallorossi hanno la miglior difesa del campionato con sole otto reti subite. In 23 presenze, lui ne ha incassate soltanto cinque, parando anche un rigore, domenica scorsa, nel big match contro il Biancavilla. Stiamo parlando di Sebastiano Paterniti, portiere dei peloritani, che si sta distinguendo come uno dei migliori giocatori del campionato. Ecco le sue parole a Goalsicilia.it:

Sebastiano, partiamo dalla gara contro il Biancavilla…

“Sapevamo già che sarebbe stata una gara di grande sofferenza, conosciamo il grande valore del Biancavilla che con Sant’Agata e Scordia è la squadra che ha investito di più. Siamo stati bravi a dare l’ennesima dimostrazione di essere una squadra e a fare un’altra impresa come tante altre in questo campionato”.

In molti ti hanno indicato come il migliore in campo. Cosa hai provato nel momento del rigore parato?

“L’anno scorso su otto ne ho presi cinque, nel beach soccer avevo il record di sei o sette rigori consecutivi parati. Pensavo di prenderlo già nel momento in cui l’arbitro ha fischiato il rigore, anche perché conoscevo Alessandro Randis e quindi partivo avvantaggiato. Le componenti dei rigori però sono fortuna e bravura, quindi sono stato anche fortunato. È comunque stata un’ulteriore dimostrazione che non volevamo mollare e che avremmo venduto cara la pelle”.

A proposito, come mai questa passione per il beach soccer?

“Ho cominciato per scherzo quattro anni fa, quando mi hanno chiamato dei miei compagni, e mi è piaciuto subito perché è uno sport bellissimo. Purtroppo è poco seguito e questo non gli rende giustizia. Poi mi ha chiamato il Catania che è una delle squadre più forti non solo in Italia, ma anche a livello europeo. Ho avuto la fortuna di giocare con e contro i giocatori più forti del mondo e di vincere una Supercoppa Italiana e di giocare in Champions League”.

Tornando al Città di Messina, l’obiettivo serie D si può considerare già raggiunto?

“Fino a quando non c’è la matematica, credo che non si possa dire. Il calcio è bello proprio per questo, perché ci insegna che può succedere di tutto in ogni momento e quindi dovremo arrivare alla certezza matematica prima possibile per festeggiare”.

Credevate a quest’obiettivo già a inizio stagione?

“Sono arrivato a campionato iniziato, alla quarta giornata. L’obiettivo della società era quello di arrivare nella parte sinistra della classifica, sognando anche i play off. Abbiamo stravolto ogni pronostico anche grazie al nostro essere squadra, il nostro essere affiatati l’uno con l’altro, cosa che ci sta portando a raggiungere un traguardo che non era né preventivato, né preventivabile”.

E sono proprio in tanti quelli che esaltano la forza del vostro gruppo.

“Questo era un gruppo unito già dall’anno scorso e tutti insieme avevano vinto i play off di Promozione. Conoscevo molti ragazzi come Bombara, Cardia, Peppe Costa, Quintoni e Filistad. Si tratta di ragazzi umili e sottovalutati, perché ci sono degli elementi che non sono valutati per quello che sono davvero. A inizio anno le squadre blasonate vanno a prendere il nome e loro non risultano, mentre potrebbero meritare palcoscenici più prestigiosi. Alcuni sono stati delle vere e proprie sorprese, il risultato che raggiungeremo sarà ampiamente meritato”.

Cosa avete avuto in più rispetto alle vostre rivali?

“Quando affronti un campionato del genere, tante cose devono funzionare. Abbiamo avuto la fortuna di avere alle nostre spalle una società sempre presente e che non ci ha mai fatto mancare nulla. Loro sono i nostri primi tifosi. Non abbiamo un grande tifo, perché a Messina la squadra è l’Acr e tutti la seguono. Oltre alla grande società abbiamo avuto un tecnico molto preparato come Furnari e uno staff molto vicino alla squadra. Hanno saputo gestire tutte le situazioni, mettendoci sempre nelle migliori condizioni”.

A proposito di risultati positivi, ci sono anche le 14 vittorie consecutive con cui avete raggiunto il record nazionale del Castiglione.

“Sono numeri estremamente importanti, considera anche che ho preso soltanto cinque gol in 23 partite. Sono numeri che gratificano non solo me, ma anche l’intera squadra perché i nostri primi difensori sono gli attaccanti. Riusciamo a difendere e ad attaccare tutti quanti e per questo abbiamo fatto grandi numeri e siamo stati bravi a guastare la festa alle altre”.

Domenica invece vi attende il derby col Pistunina. Che partita sarà?

“Sarà una gara come tutte le altre, dovremo essere bravi a non dare nulla per scontato perché loro devono ancora salvarsi e hanno quest’obiettivo da raggiungere. È una partita non facile, come nessuna: ad esempio, noi abbiamo battuto 2-0 il Sant’Agata e 1-0 il Ragusa, non esistono partite scontate”.

Come mai hai deciso di diventare un portiere?

“Ho cominciato da piccolo, anche se ero relativamente grande, perché avevo nove anni. Ho cominciato per scherzo, ma col tempo è nata la passione. Col Messina ho fatto tutto il settore giovanile fino alla prima squadra. Da lì ho cominciato e poi ho vinto la D col Milazzo, l’Eccellenza con l’Orlandina, poi ho giocato ad Arezzo e in Emilia-Romagna. Ho girato un bel po’, è una passione che è nata in modo naturale e l’ho presa in maniera molto seria dall’età di tredici anni. Poter fare della propria passione un lavoro è una fortuna”.

So però che un’altra tua grande passione è la musica…

“Sì assolutamente. Suono e sono anche cantautore, scrivo pezzi e suono in un gruppo. Anche qui ho cominciato per caso e adesso mi diverto anche a imparare questo mestiere, chiamiamolo così. Questo rientra nell’insieme delle passioni, la musica è un amore che non si può spiegare. È qualcosa che chi non ha a che fare con la musica, difficilmente può capire, perché è un mondo spettacolare”.

Qual è il tuo genere preferito?

“Nel mio percorso sono passato ad esempio dai Linkin Park ai System of a Down a Nicolò Fabi. Sono mondi completamente diversi e dipende tutto dallo stato d’animo. Credo che ci sia una canzone giusta per ogni momento. Se devo scegliere un genere, mi piacciono tanto i cantautori come De André, De Gregori o Guccini. Poi ho una passione per il Classic Rock, quindi gruppi come i Dire Straits, i Queen e tanti altri”.

Molti calciatori prima delle partite si caricano ascoltando musica. Lo fai anche tu?

“Guarda, a me piace un po’ tutta la musica, a parte le canzoni napoletane di adesso. Questo perché mi piace conoscere. Negli ultimi anni, però, prima della partita penso solo a rilassarmi, anzi se devo essere proprio sincero quasi mi addormento (ride, ndr)”.

A questo punto la domanda è d’obbligo: quando festeggerete la promozione in serie D, ne approfitterai per suonare?

“Non lo so, potrebbe anche darsi (ride, ndr). Se la situazione merita lo farò con piacere, perché credo che non ci sia situazione migliore di una bella festa”.