‘’C’era una volta in Sicilia…’’: quando il Messina vinceva i play off da sfavorita…

A volte nello sport ci sono fantasmi che ti perseguitano per anni, a volte riesci a riscattarti subito come il Messina il 17 giugno 2001.

Il cuore dei messinesi il 13 maggio 2001 si fermò insieme al pallone calciato da Vittorio Torino (sconfitta ad Avellino e Palermo promosso) sulle mani di Sansonetti, ma c’erano dei play off da giocare e, come si sa, il mondo degli spareggi è un mondo a parte che a volte va fuori dalla razionalità, un mini campionato dove le gerarchie del campo si rovesciano, ed è con il morale sotto i tacchi che la squadra peloritana allenata da Carlo Florimbi (esordiente in C1 e chiamato a metà stagione al posto di Beruatto) va ad affrontare i play off, conscia di dover smaltire velocemente lo smacco della tragedia sportiva del Partenio.

Il tabellone mette il Catania contro l’Avellino e il Messina contro l’Ascoli, entrambe le siciliane hanno i favori del pronostico che viene puntualmente rispettato: il Catania liquida l’Avellino al Cibali per 2-0 dopo aver perso in Campania per 1-0, il Messina vince al Celeste 2-1 dopo essere caduto ad Ascoli per 1-0, ancora una volta in questa strepitosa stagione 2000/2001 la promozione sarà un discorso interamente siciliano.

Il Catania arriva alla finale forte di un doppio successo sui messinesi nella stagione regolare cosa che rende il confronto più aperto che mai, si parte il 10 giugno il turno di andata si gioca in un Cibali stracolmo, la posta in palio insieme alla storica rivalità tra le due piazze rende la sfida particolarmente carica. Gli etnei passano in vantaggio con un tiro dal dischetto (ancora un rigore!) trasformato da Alessandro Ambrosi ma a 7 minuti dalla fine Francesco Marra ammutolisce il Cibali e con un gol pesantissimo sigla il pareggio che rimanda ogni discorso alla sfida del Celeste.

Si dice che 13 e 17 siano due numeri sfortunati ma senz’altro al calcio siciliano (almeno ad una parte) nel 2001 hanno portato bene, ed eccoci al 17 giugno 2001 il Celeste è stracolmo in ogni ordine di posto e l’atmosfera incandescente, la partita è statica e a tratti noiosa come spesso accade quando la posta in palio è alta, il primo tempo finisce sullo 0-0 e questo basterebbe al Messina per essere promosso ma il match bloccato fa riaffiorare nella mente del Celeste quella partita maledetta del 13 maggio. Ancora una volta si verifica un colpo di scena di quelli che ti fanno pensare a quanto si diverta il destino a prendere determinati percorsi, il minuto è il 53 Sullo imbecca Godeas in area che ruba il tempo a Baronchelli il quale non può far altro che atterrarlo, proprio così, ancora una volta è calcio di rigore. Vittorio Torino stavolta non è in campo, chissà se si fosse preso ancora la responsabilità di tirarlo, la palla la prende lo storico (e indimenticato) capitano del Messina Sasà Sullo che va dal dischetto e con una freddezza glaciale batte Iezzo, il Messina è in vantaggio, il Catania prova a reagire ma in maniera sterile, il Messina dopo le lacrime di Avellino ha la sua rivincita sportiva e dopo neanche un mese conquista la promozione.

Chi non saprà mai che la sua squadra il 17 giugno 2001 viene promossa in Serie B è Antonino Currò che nel pre-partita del Celeste viene colpito da un razzo esploso dal settore catanese, il 23enne messinese entrerà in coma irreversibile e si spegnerà il 2 luglio, in mezzo delle responsabilità mai accertate, dei controlli di sicurezza non all’altezza e la promessa mai mantenuta di intitolare il San Filippo ad Antonino. Una macchia nerissima in una meravigliosa stagione calcistica per la Sicilia.

Tancredi Buscemi

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Redazione