“Sono nato a Milano, ma la mia famiglia è originaria di Madrid, e la mia ragazza vive a Valencia, quindi viaggio spesso. Tuttavia, la mia carriera si è sviluppata principalmente in Italia. Mi sento fortunato, faccio il lavoro dei miei sogni e in campo provo una sensazione di libertà”.
“Ho detto subito al mio procuratore che non potevo rifiutare l’opportunità di giocare in Serie A. La trattativa è stata velocissima, si è conclusa in meno di un giorno. Il Massimino non ha bisogno di presentazioni: qui tutto ruota intorno al calcio, la gente vive per il club, ed è qualcosa di straordinario. Quanto alla maglia numero 10, ho sempre indossato il 20 perché il 10 era già preso, ma qui è andata diversamente. Il direttore mi ha dato il suo ok, e anche Francesco Lodi, con grande umiltà, mi ha incoraggiato a prendere quel numero. Mi ha accolto a braccia aperte, ed è stato bello vedere la sua felicità nel passarmi quella maglia, che da tempo non veniva indossata da un giovane”.
“Una sola chiamata di Faggiano è stata sufficiente per convincermi. Ci trasmette l’entusiasmo e la serenità di cui abbiamo bisogno. Toscano? Quando sento come parla di me, mi emoziono. Ha vinto molto nella sua carriera e ci sta dando la mentalità giusta per affrontare ogni situazione. Nello spogliatoio, sono vicino a giocatori come Inglese e Sturaro, e c’è un senso di unità incredibile. Non ho mai respirato una tale serietà in termini di esperienza del gruppo”.
“Catania non merita di stare in questa categoria, e tutti noi siamo determinati a riportare il club in alto. Ci impegneremo al massimo per raggiungere questo obiettivo”.