Capolista in Serie B: decisione ufficiale della Lega | Retrocessione per 400 milioni di debiti
Il blasonato club dovrà risanare la montagna di debiti o sarà costretto alle categorie inferiori.
Nel calcio moderno, sempre meno sport e sempre più business, occorre ovviamente confrontarsi giornalmente con il problema dei debiti. Molti club ne accumulano, in qualsiasi categoria, per ottenere successi immediati ma facendo il passo più lungo della gamba, spingendo società a spendere al di là delle proprie reali possibilità. Il modello attuale spesso diventa insostenibile e costringe i club a stare in un equilibrio finanziario precario, aggravato da ricavi fluttuanti. In un periodo non florido per l’economia, il calo degli incassi è lampante e molti club dipendono dai diritti televisivi.
Una delle motivazioni principali che portano un club sull’orlo del fallimento è la gestione finanziaria poco accorta. Alcuni club, nel tentativo di competere con le big europee, fanno spese sproporzionate rispetti ai ricavi, sperando in ritorni legati ai risultati che possono non concretizzarsi. Indubbiamente la pandemia di Covid-19 ha accentuato le difficoltà, riducendo drasticamente molte entrate. La necessità di un migliore controllo economico è dimostrata da un fair play finanziario cui spesso occorre ricorrere.
In Italia i debiti hanno costretto al fallimento molti club storici e meno storici. Uno degli esempi più noti è quello del Parma, dichiarato fallito nel 2015 dopo tante stagioni ad alti livelli in Serie A ma con allo stesso tempo tantissimi debiti. Il Parma, come il Bari, il Palermo o il Catania, sono stati costretti a ripartire dalla Serie D. Tutti club riusciti a rinascere resettando le vecchie pendenze e con nuove proprietà.
La necessità di una gestione sostenibile e trasparente è lampante. Il Fair Play finanziario della UEFA, anche se tutt’altro che perfetto, rappresenta un tentativo di prevenire ulteriori crisi. Sono necessarie norme più stringenti e verifiche sempre più puntuali per evitare che si finisca nel baratro. In particolar modo il calcio italiano dovrebbe imparare dagli errori del passato, puntando su investimenti a lungo termine e soprattutto al potenziamento, oggi insufficiente, dei Settori giovanili.
O risana i debiti o sarà retrocesso
La Francia sta cominciando a prendere provvedimenti seri e ad utilizzare il pugno duro verso quei club che non rispettano una corretta gestione economica. La DNCG, l’organismo che controlla la gestione finanziaria ed economica delle squadre di calcio, ha dato al Lione un ultimatum.
Il club francese, oggi quinto in Ligue 1 e detentore di sette titoli, ha una montagna di debiti che dovrà risanare in breve tempo o sarà automaticamente retrocesso nella serie inferiore. L’ammontare delle pendenze ammonterebbe a circa 500 milioni di euro.
Tetto salariale e niente mercato ma “Siamo ottimisti”
Oltre a dovere risanare i debiti, il Lione non potrà fare mercato a gennaio e rispettare un tetto salariale. Tuttavia la Eagle Football Group, il fondo proprietario del team, si è detta ottimista. Il Lione da ben 36 campionati di fila milita nella massima serie del campionato transalpino.
John Textor, esponente del fondo che ha le quote di maggioranza del club, ha spiegato: “Sono fiducioso, nei prossimi mesi porteremo nelle casse del club diverse centinaia di milioni di euro. Non c’è da preoccuparsi per il nostro futuro, soltanto dalla vendita dei calciatori guadagniamo circa 90 milioni a stagione. Sicuramente abbiamo molti nemici nella Lega, ma penso che il DNCG sia indipendente“.