Caos in spogliatoio: “Mi ha costretto al ritiro” | Addio al capitano della Nazionale: lascia il calcio
Decisione drastica del calciatore che dopo tanti anni decide di appendere gli scarpini al chiodo pur se contro la sua volontà.
Nel calcio, i giocatori simbolo spesso rappresentano il cuore e l’anima di una squadra, ma alcuni hanno visto la loro carriera spezzata da infortuni devastanti. Marco Van Basten, leggenda del Milan e della nazionale olandese, si ritirò nel 1995 a soli 31 anni a causa di problemi cronici alla caviglia. Il suo talento straordinario lo rese uno dei migliori attaccanti della storia, ma gli infortuni lo costrinsero a lasciare il campo troppo presto.
Un caso simile è quello di Adriano Leite Ribeiro, ex simbolo del Brasile, la cui carriera fu segnata da problemi fisici e psicologici dopo un grave infortunio. Anche Ledley King, storico capitano del Tottenham, si ritirò nel 2012 per una lesione cronica al ginocchio, pur avendo giocato gran parte della sua carriera senza poter allenarsi regolarmente.
Molti altri hanno affrontato il ritiro forzato nonostante un immenso potenziale. Fabrice Muamba, centrocampista del Bolton, dovette abbandonare il calcio nel 2012 dopo un arresto cardiaco in campo durante una partita di FA Cup. Sebastian Deisler, promesso del calcio tedesco e simbolo del Bayern Monaco, lasciò a soli 27 anni a causa di numerosi infortuni alle ginocchia e di problemi di depressione. Anche Dean Ashton, considerato uno degli attaccanti più promettenti d’Inghilterra, si ritirò nel 2009 a 26 anni per una frattura alla caviglia mai completamente guarita.
Tra i capitani che hanno detto addio anzitempo spicca Bryan Robson, storico leader del Manchester United, costretto al ritiro nel 1997 a causa di continui problemi fisici. Simile il caso di Gary Neville, altro capitano dei Red Devils, che si ritirò nel 2011 per un calo fisico legato agli infortuni. Più recentemente, Vincent Kompany, leader del Manchester City e oggi allenatore del Bayern Monaco, concluse la carriera nel 2020 dopo ricorrenti problemi muscolari che limitarono la sua attività negli ultimi anni.
“Io costretto al ritiro”
“Il calcio è la mia vita, fisicamente sono sempre stato molto bene e mi sarebbe piaciuto almeno arrivare al termine della stagione. Purtroppo il problema che ho all’anca è diventato un calvario, quando finiva una partita dovevo rimanere immobile per qualche giorno successivo”.
A parlare è Jesus Navas che, in una lunga intervista al giornale spagnolo “AS” ha dovuto ammettere di essere costretto a ritirarsi. Il classe 1985 ammette: “Per come sono fatto, continuare a questi livelli avrebbe messo a repentaglio totalmente la mia salute ma non mi sento pronto per lasciare il calcio”.
Bandiera del Siviglia, quasi 1000 presenze
Jesus Navas dunque interrompe la propria carriera da professionista dopo 22 anni da professionista, con quasi 1000 presenze raccolte e oltre 50 gol segnati. Per lui, andaluso Doc, una carriera intera al Siviglia con solo una parentesi di quattro stagioni al Manchester City.
Campione d’Europa con la Spagna sia nel 2012 che nel 2024, ha vinto anche il Mondiale nel 2010. Con la maglia della nazionale ha giocato 56 volte segnando anche 5 gol. Nonostante i problemi all’anca, nella stagione in corso ha già giocato 14 partite.