“Nel calcio ne ho viste di cotte e di crude”. Paolo Campolo, direttore dimissionario dell’Igea Virtus, ai microfoni di Goalsicilia.it, torna sulle vicende che hanno colpito la squadra di Barcellona nello scorso fine settimana. (foto Puccio Rotella)
Direttore, venerdì scorso la società ha deciso di esonerare il tecnico Tedesco…
“Un allenatore non si esonera il venerdì prima di una gara così importante che noi eravamo pronti ad affrontare con il piglio giusto. Tedesco è solo una vittima, non ha nessuna colpa. Nelle ultime partite finalmente la squadra aveva un gioco”.
Da lì hai scelto di dimetterti…
“Dimissioni figlie di un ragionamento che mi hanno portato a essere coerente con il mio modo di pensare il calcio. Sono sempre stato coerente nel calcio come nella vita e non aveva senso rimanere con chi ha lavorato per distruggere quello che stavamo costruendo”.
Ieri la squadra ha vinto…
“La vittoria è figlia di chi stava lavorando facendo migliorare il gruppo: prestazione che appartiene più al sottoscritto, a mister Tedesco, ad Arcidiaco e Liuzzo che a chi è subentrato. Ieri hanno segnato due giocatori che noi non abbiamo avuto perché Asprilla era infortunato, e Perkovic che ho portato io, ma era arrivato da poco”.
Facendo un passo indietro, come ti spieghi questo terremoto di venerdì?
“Qualcuno ha lavorato ai fianchi della società, tutta la settimana ha destabilizzato l’ambiente”.
Quindi sei d’accordo con mister Tedesco, è stato De Domenico a creare questa situazione?
“Dovrebbe pensare a parlare meno ed evitare di dire banalità ai tifosi altrimenti rischia una bella querela. Essendo dirigente federale non potrebbe neanche essere dirigente di una società. Quando si è dimesso, parlava tutti i giorni col presidente”.
Ci potrebbero essere margini per un tuo ritorno in società?
“No, nessun margine. Ringrazio il presidente che mi ha fatto lavorare in armonia fino a venerdì. Il presidente è giusto che faccia le sue scelte in piena autonomia. Ringrazio Giusi Mamone, è stata squisita in questo mese e mezzo, mi ha supportato e si è dimostrato di essere all’altezza della situazione e di poter fare il dirigente sportivo. Ringrazio i giocatori che hanno mostrato attestati di stima a me e al mister e ringrazio anche i tifosi, su tutti, Composto”.
Direttore, qual è il tuo rammarico?
“Non essere riuscito a portare a termine il mio intendimento che era quello di portare la salvezza a questa società”.
In questo senso stavi lavorando sul mercato…
“Avevo pronti 5/6 acquisti di spessore: Urquiza difensore argentino che si stava già allenando con noi, Rino Iuliano, portiere ex Avellino di Serie B, Luka Grubisc, trequartista croato della stessa serie di Perkovic, Khoris in uscita dal Sant’Agata, Domenico Mazzone mediano del Locri, Vergine, esterno ’98 del Chiasso e inoltre, con l’apertura del mercato professionistico, sarebbero arrivati giovani del ’00 di Crotone, Catania e Siracusa”.
Direttore, hai portato Perkovic in Italia. Dove può arrivare questo giocatore?
“Secondo me è un calciatore di Serie C al momento ma se riesce ad acquisire la mentalità del calcio italiano, per fisicità, agilità e tiro, può fare anche la Serie B. Adesso ha bisogno di essere supportato dalla squadra”.