Calaiò: “Catania? Uno dei ricordi più belli. Palermo tornerà in A, ma serve continuità”
Uno dei bomber più prolifici della Serie A dei primi anni 2000, oltre 180 gol in carriera e una lunga storia tra Sud e Nord: Emanuele Calaiò, ex attaccante di Napoli, Messina e Catania, ha ripercorso ai microfoni del QdS.it le tappe più significative della sua carriera, soffermandosi soprattutto sull’esperienza in maglia rossazzurra nella stagione 2014-15 e sul momento attuale delle squadre siciliane.
“Catania, uno dei miei anni migliori”
Calaiò ricorda con affetto il suo anno al Catania, nonostante una stagione complicata per la società e per gli obiettivi mancati: “A Catania mi sono trovato benissimo. Avevo firmato un triennale e sarei rimasto altri 4-5 anni. Il Massimino è uno stadio avvolgente, gridava il mio nome a ogni gol. È stata una delle mie migliori stagioni a livello realizzativo: segnai 18 reti”. Ma non mancano le ombre: “L’obiettivo era la Serie A, ma cambiarono troppi allenatori e ci furono problemi societari. È stato un anno amaro”.
Tra i momenti da incorniciare, uno su tutti: “Il gol più bello della mia carriera è stato quello in rovesciata contro il Varese, con la maglia del Catania. Un gesto tecnico difficile, bellissimo. Me lo porterò sempre dentro”.
“Il Catania non può stare in C”
Parlando del presente, Calaiò esprime rammarico per la posizione attuale dei rossazzurri: “Mi dispiace vedere il Catania in Serie C. Lo seguo ogni settimana. Conosco bene anche il direttore Daniele Faggiano, con cui ho vinto due campionati a Parma, e ho condiviso l’attacco con Inglese. Mi aspettavo che con la nuova proprietà di Pelligra, Grella e Bresciano in 2-3 anni la squadra tornasse in B. Ma manca continuità e l’asticella non si alza. È un peccato, Catania merita il calcio vero dopo tutto quello che ha passato”.
“Messina? Una tappa che mi ha fatto crescere”
Calaiò ricorda anche il suo passaggio al Messina nella stagione 2002-03: “Ero di proprietà del Torino e venivo mandato spesso in prestito. A Messina ho vissuto una parentesi formativa, in una piazza calda e importante. Segnai una doppietta al Catania nel famoso 3-3 al Celeste. Non ho trovato molta continuità, ma quell’esperienza mi ha aiutato a crescere caratterialmente”.
“Il Palermo? Progetto solido, ma serve equilibrio”
L’ex attaccante ha parlato anche del momento del Palermo, oggi fuori dalla zona playoff: “Vincere la Serie B non è mai facile. Il Palermo ha una società forte, il City Group ha costruito anche un centro sportivo di altissimo livello. Ma la squadra è troppo discontinua: può vincere fuori casa e poi perdere in casa come contro la Cremonese, da 2-0 a 2-3. I tifosi possono comunque essere ottimisti: prima o poi arriverà l’anno giusto. Però servono giocatori funzionali, non solo nomi. E tanta tenuta mentale e fisica”.
“Il calcio è cambiato. Oggi non esistono più i numeri 10 di una volta”
Calaiò, infine, ha offerto una riflessione sul cambiamento del calcio negli anni: “Oggi si gioca ogni tre giorni, fisicamente i calciatori sono delle macchine. Non c’è più la tecnica di una volta, i numeri 10 come Del Piero, Totti, Miccoli o Di Natale sono scomparsi. Una volta se andavi a San Siro o a Torino con una ‘piccola’ perdevi 3-0. Oggi te la giochi”.
La nuova vita dell’Arciere
Conclusa la carriera, Calaiò è rimasto nel mondo del calcio: “Sono direttore sportivo del Savoia e la sera conduco una trasmissione a Radio Kiss Kiss Napoli. La passione non l’ho mai persa: continuo ad allenarmi e a seguire tutto da vicino”.