“Avventura molto stimolante e gratificante, sono veramente contento“. Carlo Breve, allenatore della Rappresentativa Regionale Juniores e supervisore delle Rappresentative Provinciali e Regionali Allievi e Giovanissimi oltre che referente in Sicilia delle nazionali dilettanti Under15 e Unde 17, ai microfoni di Goalsicilia.it parla dei suoi incarichi in Figc e non solo.
Mister, manca il lavoro giornaliero sul campo?
“La mancanza del campo si sente però c’è la soddisfazione di vedere tanti ragazzi crescere, giovani con grandi prospettive davanti. Questa è una soddisfazione che mi mancava nel mio bagaglio, è bello lavorare con Giovanissimi, Allievi e Juniores. C’è tanta carne sulla brace”.
Hai sott’occhio qualche talento?
“C’è qualche predestinato, assolutamente sì”.
Nomi?
“Te ne cito giusto un paio. Alesi, 2004, dell’Adelkam. Lo Presti, 2003, Promo Sport Barcellona”.
Qualcuno tra i più grandi?
“Quelli più grandi devono fare un altro tipo di percorso. Chi viene notato da piccolo è più facilitato, vedi Alesi che è già del Milan. Se vedi che c’è prospettiva, ci sono società che ci puntano fin da subito. Già i ’99 per esempio, usciranno fuori un po’ più tardi, avranno qualche difficoltà e ci possono essere soprese. È un po’ dura emergere ma non impossibile: quando allenavo la Juniores in passato, avevo Terranova (oggi al Frosinone), ex capitano in A del Sassuolo e Madonia e Caccetta, gente che ha vinto campionati e fatto la B col Trapani”.
Juniores di Eccellenza, chi spicca più degli altri?
“In Eccellenza ci sono tanti ragazzi validi, tra quelli che ho io, Galfano e Attardo forse sono quelli di più prospettiva ma senza avere addosso gli occhi delle società blasonate come i piccolini”.
Mister, di recente hai ricevuto proposte da club di Eccellenza o D?
“Sì, più di una proposta. Offerte importanti che ho valutato, ma alla fine, visto che sono una persona coerente, ho tenuto fede all’impegno preso con la Federazione e sono contento di rimanere qui”.
Chi ti ha chiamato?
“Per rispetto non posso dirlo, ma due squadre di alta classifica del girone B mi hanno contattato, una di recente…”.
Stai seguendo un po’ il percorso dell’Acireale? Non c’è mai serenità nella piazza granata…
“Purtroppo quando ci sono problemi societari, si ripercuotono su tutto. La società è l’anima dell’ambiente e, se c’è qualche problema, se ne risente a tutti i livelli, calciatori, staff e tifoseria. Stanno provando seriamente a sistemare tutto, ci vuole tempo”.
Mister Infantino sta facendo la sua parte in campo e fuori…
“Sta facendo un ottimo lavoro. Conosce bene l’ambiente e la piazza, è supportato da due professionisti come Mirarchi e Di Dio…stanno mettendo insieme un grande lavoro”.
Nelle ultime giornate i granata sono apparsi in difficoltà…
“Sicuramente possono venire fuori da questa situazione. Ho seguito poco perché sono tutti i giorni impegnato a seguire partite e fare stage ma hanno una buona squadra e riprenderanno a far bene”.
Torneresti un giorno sulla panchina acese?
“Certo, Acireale è la mia casa sportiva. Non potrei dire mai di no ad un ritorno”.
Allenare e giocare ad Acireale ha i suoi vantaggi (grande storia e passione) e i suoi svantaggi (grande pressione)…
“Allenare in una grande piazza con tifosi eccezionali che pretendono tanto e che sono competenti, è un onere ma un onore. Basta però metterci cuore e passione e sei pulito, la piazza ti rispetta e ti dà tantissimo”.