Fabrizio Bontempo, difensore ex Paternò, tramite il suo profilo Facebook ha voluto salutare il team etneo. Riportiamo il post integrale del centrale di difesa classe 1989.
“La fascia da capitano si allaccia al braccio sinistro, non a caso lì dal lato del cuore…perché è nel cuore che un capitano, soprattutto se eletto tale dai suoi beniamini, porta la maglia, il logo, il sangue della sua squadra. Un giorno racconterò ai miei figli che a cambiarmi la vita sono stati due colori e un numero: il rossoazzurro e il 6 di capitan Fabrizio Bontempo del Paternò calcio. Hanno cambiato la mia vita come calciatore e come uomo: come calciatore perché mi avete regalato palcoscenici spettacolari, emozioni viscerali, trofei importanti: dalla vittoria in Eccellenza, alla difesa più forte ed imbattuta d’Italia, al premio come miglior difensore della serie D. Hanno cambiato la mia vita da calciatore perché mi hanno portato alla fama, se così si può dire, facendomi piovere addosso numerose offerte, alle quali la risposta è stata sempre la stessa: “aspetto Paternò!”.
Fino all’ultimo ho sperato che la mia nave salpasse di nuovo dal porto, ma purtroppo non ho potuto far altro che accettare che le condizioni stavolta sono diverse e da buon capitano non posso che continuare a remare per portare ancora avanti il nome del Paternò calcio, perché ovunque io vada mi presento come il capitano del Paternò calcio.
Tifosi, associati, amici Paternesi mi avete inviato tanti messaggi affettuosi, in cui mi date la carica e mi spronate ad andare avanti. Questi colori hanno cambiato la mia vita da uomo, perché Paternò mi ha mostrato la lealtà che non avevo visto altrove; la riconoscenza nelle vittorie e anche nelle sconfitte; l’emozione dei cori, dei tamburi, delle bandiere, dei fumi delle vostre uniche curve; l’amicizia dei vostri saluti per strada, dei caffè offerti al bar. Oggi, sono qua a dirvi scusa perché mi avete dato tutto ed io non so, se in questi anni,vi ho ricambiato abbastanza e grazie per il tutto che mi avete donato. Non è un addio, ma un arrivederci perché tornerò a Paternò da rossoazzurro, da Paternese perché io sono uno di voi! Non si va mai via da casa, perché fino a quando ci fai ritorno te la porti sempre dietro nell’anima. Un film dice che al Sud si piange due volte: “la prima quando arrivi, la seconda quando te ne vai”. Io vi dico invece che a Paternò si piange una sola volta: quando si va via! Un grazie particolare va a mio “Patrozzo” Alfredo Scinà e al mio Direttore Vittorio Strianese, miei pilastri fin dal nostro primo incontro a Messina; al Presidente Ivan Mazzamuto persona irreprensibile e leale; ai dirigenti, membri della mia grande famiglia: Calo Rosy Di Bua Calogero Di Perna Marco Tripoli Francesco Di Perna Ciccio Pannitteri il segretario Carmelo Licciardello il direttore Graziano Strano delle passate stagioni; Domenico Reitano e lo Zio Alfio che mi hanno accudito come un figlio ;tutti i mister e gli staff che in questi anni si sono succeduti; il Maestro Angelo Busetta Onorato di averlo conosciuto, Vincenzo Anicito mio primo tifoso e Rosario Sortino grande amico; tutti i miei compagni di squadra, che in tre anni hanno calpestato quell’erba con me; il Sindaco Nino Naso che mi ha sempre considerato come un suo concittadino. Permettetemi di ringraziare il mio piccolo amico, che ad ogni partita mi accompagnava in campo Giuseppe Fallica Salvo Rosy Fallica e tutti i bambini che mi attorniavano prima e dopo le gare, loro sono i sorrisi più belli. Un grazie immenso ai tifosi Paternesi di tutte le curve: voi, i veri protagonisti di questa storia mi avete suscitato brividi, lacrime ed emozioni. Grazie a voi per la fiducia che avete riposto in me, quel giorno indimenticabile, in cui mi avete lanciato dalla curva questa blasonata fascia. Un ultimo pensiero, non perché sia ultimo, ma perché questo ha bisogno di ali per volare più in alto va a te Andrea Giovanni Messina, membro di questa famiglia, che ci hai lasciato troppo presto, mentre io ero lì…sotto qualunque cielo, Andrea, ci sarà una stella a ricordarmi di te!
Il mio cuore è vostro, GRAZIE PATERNÒ!
ARRIVEDERCI A PRESTO…”.