Batosta della Federazione, conti alterati in serie A: 50 indagati | Risarcimento e squalifica a vita
La Procura Federale apre un’inchiesta che vede coinvolti tanti protagonisti del mondo del calcio per evasione fiscale.
L’evasione fiscale è un tema ricorrente nel mondo del calcio, coinvolgendo alcuni dei più grandi protagonisti dello sport. Gli alti guadagni dei calciatori e i complessi sistemi contrattuali e di sponsorizzazione rendono frequenti le controversie con le autorità fiscali. Uno dei casi più noti riguarda Lionel Messi, che nel 2016 fu condannato insieme al padre per evasione di 4,1 milioni di euro relativi ai diritti d’immagine. Sebbene abbia pagato una multa, la vicenda ha sollevato interrogativi sulla gestione fiscale nel calcio.
Anche Cristiano Ronaldo è stato coinvolto in uno scandalo fiscale. Nel 2018, accettò di pagare una multa di 18,8 milioni di euro per evitare il carcere, dopo essere stato accusato di aver eluso 14,7 milioni di euro attraverso società offshore. Simili accuse hanno colpito altri calciatori di fama mondiale, come Neymar, sanzionato in Brasile per irregolarità legate ai diritti d’immagine e trasferimenti internazionali.
Non solo i calciatori, ma anche allenatori come José Mourinho e Carlo Ancelotti hanno avuto problemi con le autorità fiscali. Mourinho, durante il suo periodo al Real Madrid, fu accusato di non aver dichiarato correttamente i suoi guadagni. Ancelotti, invece, fu coinvolto in una disputa fiscale in Spagna, relativa al periodo in cui allenava il Real Madrid.
Inoltre, il calcio italiano ha visto diversi scandali fiscali. Il caso più noto è quello di Diego Maradona, perseguito dal fisco italiano per presunte tasse non pagate durante il suo periodo al Napoli. Anche club e dirigenti non sono esenti: l’uso di contratti complessi per eludere le tasse ha coinvolto numerose squadre. Questi casi evidenziano come l’evasione fiscale rappresenti una sfida significativa per l’integrità del calcio a livello globale.
Indagini per l’evasione degli arbitri
La Procura Federale della FIGC sta indagando in seguito ad un esposto, arrivato a metà novembre, sulla base di un’indagine della Guardia di Finanza per casi di evasione fiscale che coinvolgono il mondo arbitrale italiano.
A causa di rimborsi ed emolumenti ricevuti dalla UEFA e non dichiarati, compresi in un periodo che va dal 2018 al 2022. Secondo quanto riportato da “La Repubblica” l’indagine si potrà chiudere in tempi brevissimi. Il guadagno minimo sarebbe stato di 8.000 euro e su questa cifra non sarebbero stati versati contributi.
50 indagati, c’è anche il designatore Rocchi
Secondo il quotidiano sarebbero oltre 50, tra arbitri e assistenti, gli indagati e tra questi ci sarebbero nomi illustri come quello di Tommaso Rocchi, ex arbitro e oggi designatore AIA. Le somme contestate non hanno mai superato i 100.000 euro, per questo non può configurarsi il reato penale.
Cosa rischiano? Nel caso in cui ci sarà un deferimento, si terrà di conseguenza un processo sportivo. Le sanzioni possono andare da semplici ammende alla squalifica. Questi comportamenti avrebbero di lealtà e correttezza del codice di Giustizia Sportiva e anche l’articolo 42 del regolamento AIA.