“Salvarsi sarebbe un miracolo, questa squadra per tre mesi non ha giocato“. Siracusa, Noto, Acireale e Due Torri e ora dopo tante stagioni tra Serie D ed Eccellenza, Mario Gallipoli è uno dei protagonisti della rinascita dell’Atletico Catania. Con l’esterno, Goalsicilia.it, ha tastato il polso della formazione etnea.
Prima dell’Atletico Catania sei stato qualche mese fermo…
“Faccio un lavoro stagionale, quindi fino a fine agosto sono stato impegnato e non ho potuto fare la preparazione con nessuno. Poi a inizio campionato ho avuto approcci con squadre del girone B ma non ho trovato l’accordo”.
Poi la svolta l’11 marzo…
“Mi è arrivata la chiamata di mister Richichi: gli serviva una mano e conoscendolo, uomo e allenatore preparato, non ho esitato ad accettare”.
Ti sei fatto trovare subito pronto nonostante l’inattività…
“Io mi alleno sempre, per indole personale non mi piace stare fermo, mi sono sempre detto che devo allenarmi. Ricordo ancora quei pomeriggi da solo al ‘Tupparello'”.
Come è stato l’approccio con il ritorno in Eccellenza?
“Subito positivo. Poi ho giocato la prima partita, da acese, al ‘Comunale’ di Acireale contro il Real Aci. Partita emozionante, come fosse la prima volta. Mi hanno annullato un gol regolare, abbiamo perso solo perché noi ci conoscevamo solo da una settimana”.
Ora venite da due vittorie che alimentano le speranze salvezza…
“Contro Rosolini e Avola abbiamo fatto strabene. Abbiamo una bella squadra, giocatori che hanno sempre fatto queste categorie. Poi c’è un ambiente caldo con tifosi sempre presenti. La salvezza sarebbe un sogno per noi ma abbiamo le carte in regola per salvarci”.
La strada sono i play out…
“Se facciamo punti in tutte le ultime gare potremmo avere la speranza di giocare lo spareggio in casa”.
Lo scenario che si prospetta più probabile sembra però quello in cui vi giochiate la salvezza in casa del Real Aci nell’eventuale play out…
“Non è uno dei campi migliori, anche se però, quando ci abbiamo giocato contro a marzo non abbiamo sfigurato. Ce la potremmo giocare anche in quel caso”.
Al rientro dalla pausa ospiterete lo Scordia…
“Siamo in casa, i tifosi ci seguono. Lo Scordia ha l’obiettivo play off, io dall’altra parte ci sono stato, però per la salvezza ci sono stimoli altrettanto forti se non di più. Giochiamo entrambe per un obiettivo diverso e sarà una grande gara”.
Da acese e ex giocatore granata, secondo te, perché l’Acireale calcistica non riesce mai a trovare pace?
“Negli ultimi anni non c’è mai stato un presidente che ama l’Acireale calcio, Acireale si deve amare prima di tutto. La città è bellissima, non la paragono mai ad un paese, è a tutti gli effetti una città al pari di Messina e Catania. Già per quelli che sono stati gli ultimi anni, è già un miracolo che sia in D. Però questa realtà, per passione, tifosi e storia, merita la Serie C”.
Per chiudere, in quali campi ti vedi in futuro?
“Ho fatto diversi anni tra D ed Eccellenza, il calcio è la mia passione, voglio trovare qualcosa di prospettiva”.