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Sottil fiume a GS.it: ‘’Racconto mia annata a Siracusa e futuro. Fatto mezzo miracolo, Palermo e Catania...’'

Sottil fiume a GS.it: ‘’Racconto mia annata a Siracusa e futuro. Fatto mezzo miracolo, Palermo e Catania...’'


Le esclusive di Goalsicilia.it-Il tecnico del Siracusa.

Ha guidato il Siracusa da una bassa posizione di serie D, al giocarsi i play off per il salto tra i cadetti. Parliamo di Andrea Sottil, tecnico azzurro e vero e proprio trascinatore di una squadra che ha espresso a tratti un gran bel calcio, tra i migliori della Lega Pro. Con lui abbiamo fatto il punto della situazione, queste le sue parole a Goalsicilia.it.

Mister, parto da una curiosità personale. Il capolavoro tattico di Matera, dove hai inventato una squadra senza centrocampisti di ruolo, è voluto o frutto di un pizzico di fortuna?

“Sicuramente era causato da un’emergenza in mezzo al campo. Erano assenti Giordano, Spinelli, Toscano e Palermo ed inoltre, dopo un quarto d’ora, abbiamo perso anche Russo, praticamente tutti i centrocampisti. Ho adattato Lele Catania, giocatore di un’intelligenza sopraffina, che per attitudine era l’unico che poteva fare questo ruolo. Supportato da cinque difensori, due esterni che rientravano molto come De Silvestro e Longoni, e affiancato da Azzi che era l’unico che aveva la gamba per fare quel tipo di gioco. Sono riuscito a trovare l’equilibrio, ed era questa la cosa più importante”.

Si può che questa è stata ‘La’ partita della stagione, cioè quella che ricorderai con più piacere?

“Beh sì, è stata una bella gara. In termini di qualità e di intensità di gioco, Emanuele Catania sembrava nel suo ruolo naturale, molto bello. Quel match è stato uno di quelli, insieme al derby contro il Catania vinto in casa, che ci hanno dato la spinta per fare questa stagione straordinaria”.

Inizio di stagione pessimo, quando hai capito che poteva cambiare qualcosa?

“L’inizio purtroppo doveva essere inevitabilmente brutto. Siamo partiti in ritardo, di fatto buttando via un ritiro fatto con giocatori che sono andati via e altri in prova che non sono rimasti. In ritiro ho allenato Baiocco, Spinelli, Giordano, Catania e pochi altri, perché in tanti sono andati via e altri arrivati man mano. Non era facile partire bene, facendo una squadra in corsa, visto che in molti di quelli arrivati erano senza preparazione. Basti pensare che abbiamo fatto la Coppa Italia con Orefice-Giordano coppia centrale”.

Quello che si fa in ritiro lo hai fatto a campionato iniziato...

“Ma sì, perché da un lato cercavo durante gli allenamenti settimanali di far crescere la preparazione atletica, dall’altro c’era da preparare la sfida della domenica ed all’inizio abbiamo avuto un calendario complicato”.

Poi la svolta...

“Il pareggio di Melfi credo sia stata la partita in cui è scattato qualcosa. Poi col Matera, prima vittoria stagionale, la chiave di volta per l’inizio di questo percorso”.

Chi è l’uomo copertina della stagione? Ti prego non dirmi tutta la squadra...

“Non ti dico tutta la squadra perché non ci sono state delle individualità particolari, ma la forza di questa compagine è stata proprio il collettivo. È chiaro che ci sono stati dei giocatori cardine e trainanti. Partendo da Turati, perno importante. Poi ovviamente capitan Spinelli e Lele Catania, insomma l’asse centrale che ha trainato. Ci metto anche Valente, che ha disputato una stagione importantissima e probabilmente potrebbe giocare in categoria superiore”.

Hai un rimpianto?

“Beh mi sarebbe piaciuto non perdere quel tempo che ho perso ad inizio stagione. Per un allenatore è fondamentale il ritiro precampionato, se l’avessimo fatto bene credo che ci saremmo tolte soddisfazioni ancora più grandi”.

Immagino anche un po’ di rammarico per non essere stato in panchina contro la Casertana ai play off...

“Sì, parecchio. Partecipare a quella partita, la partita dell’anno, dalla tribuna è stata dura. Anche perché sono due anni che lavoriamo forte, dal -11 in serie D ai play off e non poter partecipare... è stata davvero dura”.

Adesso ovviamente vacanza. Già guardi al futuro?

“Questo è stato il mio sesto anno da allenatore, sono giovane e ho grandi ambizioni. Mi piacerebbe condurre un progetto a vincere, sono sincero. Un campionato vinto in C sul campo, cinque anni fa, me lo tengo. Così come mi tengo la vittoria della D l’anno scorso ed il quinto posto di quest’anno. Oggi vorrei una squadra costruita per vincere, mi piacerebbe giocarmi questa possibilità perché penso di avere un bagaglio d’esperienza che mi renda pronto. Se c’è la possibilità di farlo a Siracusa ancora meglio, altrimenti vedremo”.

Il tuo futuro è legato a doppio filo a quello del direttore Laneri?

“Con il direttore ho sempre lavorato bene e raggiunto risultati importanti. È un ds che dovrebbe stare almeno, sottolineo almeno, in serie B. Spero di continuare a lavorare con lui e fare qualcosa di importante. Negli ultimi tre anni ha vinto due campionati di D e poi ha costruito la rosa di quest’anno, non è poco”.

Costruendo una grande squadra con probabilmente il secondo budget più basso del girone...

“Questo bisogna dirlo. A volte ci si dimentica cosa si è fatto. I meriti bisogna anche prenderseli quando spettano, nessuno vuole fare il fenomeno ma neanche il cretino. Qui si è fatto davvero un grande lavoro”.

Un mezzo miracolo...

“Lo possiamo dire, essere arrivati vicini o addirittura sopra squadre che hanno speso 6/7 milioni di euro, non è da tutti. Onore a Laneri, perché ribadisco che è un valore aggiunto”.

Bravo anche tu che hai rimesso in moto giocatori considerati finiti e lanciato ottimi calciatori che fino all’estate scorsa erano illustri sconosciuti...

“Io adoro i miei ragazzi, mi hanno dato tutto. Sono contento di quello che hanno, e abbiamo, fatto. Escludendo qualcuno, la maggior parte di loro non aveva una grande storia calcistica alle spalle”.

Per esempio un Turati che era considerato finito...

“Marco arrivava da tre anni di inattività, si è dimostrato uno dei migliori centrali della categoria. Lele Catania, Spinelli, Giordano e probabilmente ci fermiamo qui con gente che aveva già una storia. Per esempio Scardina in cinque anni ha fatto 14 gol, ma 7 li ha fatti con me quest’anno”.

Mister ti percepisco un pizzico risentito...

“A me piace vincere, ma non significa essere presuntuosi, solo avere una determinata mentalità. Tutti dicono che abbiamo fatto il massimo, io non sono d’accordo e so che dovevamo andare avanti, soltanto ieri mi sono un po’ ripreso, fino a lunedì ero una pila elettrica. Qua si è parlato di Francavilla che è andata avanti e noi no. Oh ma consideriamo che i pugliesi hanno giocatori che hanno fatto la serie A, vedi i vari Idda, Faisca, Abruzzese. Il Siracusa ha fatto qualcosa di straordinario quest’anno, non dimentichiamolo”.

Il match con la Casertana non può non avere lasciato un po’ d’amaro...

“Partita stranissima. Abbiamo avuto sei palle gol nitide non concretizzate e sofferto pochissimo, ma il calcio è così e sono andati avanti loro”.

Qualcuno ha storto il naso vedendo in campo Diakitè e Malerba. Come mai questa scelta?

“Malerba, da quando è arrivato, è stato il mio titolare sulla sinistra. Non vedo perché, nella partita più importante, non debba giocare un titolare. Lui, con i vari Santurro, Pirrello, Turati e uno tra Diakitè e Brumat, fa parte della difesa titolare degli ultimi mesi. Emanuele è un ’92 che ha cinque o sei campionati alle spalle. Diakitè è stato uno dei migliori in campo, tra l’altro nelle ultime gare ha giocato più di Brumat. Ho scelto il francese per dare più spessore ed equilibrio alla linea difensiva”.

Quindi respingi la critica al mittente...

“Quando si perde è facile dire ‘avrei fatto quello o quell’altro’. Col senno del poi siamo tutti bravi, ma io non sono pentito delle scelte che ho fatto. Non abbiamo perso per Diakitè o Malerba, questo sia chiaro. Ho sentito qualcuno dire che avrei dovuto far giocare Dentice. È un ’95 al primo anno di Lega Pro, tra l’altro è un destro che sull’out mancino è un po’ adattato. L’ho fatto giocare in passato, è un bravissimo ragazzo con margini di crescita importanti, ma a gennaio abbiamo preso Sciannamè e Malerba proprio per avere qualcuno di ruolo. Non vedo perché con un titolare che sta bene avrei dovuto far giocare un adattato”.

Torniamo al futuro. Ti chiama il presidente Cutrufo e ti dice ‘Mister, voglio fare un campionato di media classifica’. Che fai?

“Non resterei, ripeto quello che ho detto prima. Non accetterò progetti come quello di quest’anno, e non lo dico perché ho già l’alternativa eh. Magari non mi chiama nessuno e farò le vacanze lunghe, studio e mi aggiorno. Non accetterei progetti di Lega Pro che non siano a vincere. L’allenatore deve essere un’aziendalista, io lo sono sempre stato. Sia a Gubbio che qui a Siracusa, a Pagani fin troppo. Sono un allenatore che ha sempre centrato gli obiettivi. Vedi la serie B con il Siracusa di Salvoldi, perché sul campo ci sarebbe stata. La salvezza a Gubbio e siamo arrivati settimi. Con la Paganese permanenza della categoria ed è arrivata. A Siracusa-bis vittoria della D e abbiamo vinto, poi l’impresa di quest’anno ben oltre l’obiettivo iniziale. Non accetterei quindi progetti come quest’anno, anche perché io voglio sempre crescere e anche migliorare il quinto posto di quest’anno non sarebbe facile alle stesse condizioni”.

Se non ho capito male però daresti priorità al Siracusa...

“Assolutamente sì. Se il presidente vuole fare un progetto ambizioso, che punta a vincere il campionato, e mi vuole tenere, Siracusa ha la mia totale priorità”.

In caso di un eventuale addio, ti piacerebbe restare in Sicilia? Parto da lontano...

“Perché no. Qui si vive benissimo, ho deciso di venirci ad abitare a prescindere dal lavoro, ti ho detto tutto”.

Allora mi avvicino: col Catania c’è stato qualche contatto?

“Sinceramente ho letto anch’io che il mio nome è stato accostato alla società rossazzurra, ma non c’è mai stato alcun contatto”.

Mi sposto sulla Sicilia occidentale: idea Palermo?

“Qua si parla di serie B, piazza straordinaria. Per me sarebbe un’occasione grandissima, sarei un folle a non accettare Palermo. Anche Cutrufo mi ha detto che sarebbe contento se mi vedesse allenare tra i cadetti”.

Qualche contatto c’è stato?

“So che Laneri è molto stimato da quelle parti e c’è un grande rapporto di stima e amicizia tra me ed il direttore. Magari di riflesso qualche voce è arrivata, ma attualmente niente di concreto”.

Eventualmente, in un’avventura lontano da Siracusa, c’è qualcuno dei giocatori che ti piacerebbe portare con te?

“È sempre brutto fare dei nomi perché davvero ho lavorato con un gruppo straordinario. Ma te l’ho detto, Turati, Spinelli, Catania e Valente sono quattro calciatori che in Lega Pro non trovi e fanno la differenza. Ognuno per le sue caratteristiche tecniche, ma soprattutto per le qualità umane, sono persone che mi piacerebbe sempre allenare”.

Un messaggio ai tifosi siracusani...

“Ho esordito da allenatore qui, ci sono tantissimi momenti belli e vittorie che abbiamo condiviso. Questa è una piazza molto criticona (ride, ndr), ma non posso che essere grato perché spesso mi hanno osannato e mi hanno fatto crescere anche con alcune critiche costruttive. Ho grande rispetto per questa gente. La curva mi ha sempre fatto dei cori, posso solo dir loro un grazie enorme. Tra l’altro Siracusa, non la scopro di certo io, è una splendida città dove si vive meravigliosamente bene”. 

Dario Li Vigni
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