Arrestati in serie A per razzismo: calcio sotto choc | Finiscono in manette in tre
Provvedimenti razzisti per gli insulti e il razzismo durante la partita, episodi che nel 2024 non dovrebbero più esistere.
Il razzismo nel calcio rimane un problema persistente che macchia uno degli sport più seguiti al mondo. Nonostante le campagne di sensibilizzazione promosse da istituzioni sportive e società, episodi di discriminazione continuano a verificarsi con allarmante regolarità sia in Italia che in Europa. Il calcio, riflettendo le problematiche della società, diventa spesso un teatro per l’espressione di pregiudizi razziali, soprattutto da parte di tifoserie.
In Italia, uno dei casi più discussi riguarda i ripetuti insulti razzisti rivolti a Mario Balotelli durante la sua carriera. L’attaccante italiano, spesso bersaglio di cori discriminatori, ha reagito in diverse occasioni denunciando pubblicamente il problema. Un episodio emblematico avvenne nel 2019, durante un match tra Verona e Brescia, quando Balotelli scagliò il pallone verso la curva degli ultras veronesi per i cori razzisti. Anche Romelu Lukaku, durante la sua permanenza all’Inter, è stato vittima di insulti razziali, in particolare da una parte della tifoseria avversaria.
A livello europeo, un episodio che ha fatto scalpore è stato quello del dicembre 2020, durante una partita di Champions League tra PSG e Basaksehir. L’arbitro di riserva Sebastian Coltescu fu accusato di utilizzare un termine razzista nei confronti di un membro dello staff del Basaksehir. L’incidente portò entrambe le squadre ad abbandonare il campo in segno di protesta, evidenziando come il problema non si limiti ai tifosi ma possa emergere anche da figure ufficiali del calcio.
Gli episodi di razzismo dimostrano che il problema va oltre il campo, riflettendo una questione sociale più ampia. Nonostante gli sforzi per promuovere uguaglianza e rispetto, il calcio continua a essere colpito da comportamenti che minano i suoi valori di inclusività, richiedendo interventi più decisi e un cambio di mentalità duraturo.
Razzismo ancora comune nella nostra Serie A
Anche nelle ultime stagioni, nel nostro calcio, purtroppo si sono verificati episodi di razzismo che con lo sport, ma proprio con la società, non hanno nulla a che fare. Quasi due anni fa Romelu Lukaku, allora con la maglia dell’Inter, durante una partita di Coppa Italia contro la Juventus è stato fatto oggetto di numerosi insulti razzisti da parte di alcuni ignoranti presenti tra il pubblico.
Pochi mesi fa è stato il turno di Mike Maignan, portiere francese del Milan, che nella partita sul campo dell’Udinese ha ascoltando insulti razzisti lasciando poi il campo seguito dai compagni. L’episodio ha portato ad un Daspo a vita per uno dei responsabili, segnando un passo importante ma non risolutivo nella lotta al razzismo negli stadi.
In 3 arrestati per razzismo
Siamo allo scorso 26 ottobre, circa un mese fa, si sta giocando il “Clasico” tra Real Madrid e Barcellona con il dominio degli ospiti. Dagli spalti arrivano insulti razzisti ben udibili in campo verso i giocatori blaugrana Yamal e Raphinha.
La polizia spagnola è riuscita a rintracciare tre persone protagoniste di questi orribili insulti e le ha arrestate per “Manifestazioni xenofobe che hanno leso la dignità e l’integrità morale dei calciatori Yamal e Raphinha“.