Akragas: non resta che aspettare e sperare…

Non resta che aspettare: ci credeva l’Akragas, ci credeva mister Di Napoli, ci credevano gli oltre duemila tifosi biancazzurri presenti oggi all’Esseneto e ci credeva anche tutta la Agrigento sportiva, ma il secondo tempo del match contro la Juve Stabia ha rappresentato il definitivo ingresso nelle sabbie mobili del campionato per Il Gigante.

Il primo tempo sembrava di studio, l’impressione era quella avuta nel match contro la Casertana, poi vinto con una rete nella ripresa dai biancazzurri; invece, quel copione non si è purtroppo ripetuto e nel giro di pochi minuti la salvezza diretta da vicina si è dileguata fino quasi a disperdersi nell’orizzonte di un campionato in cui bisognerà soffrire fino alla fine: prima l’espulsione di Pezzella, poi dopo pochi secondi la rete di Ripa, un uno-due che ha spezzato le gambe agli uomini di Di Napoli e, da quel momento in poi, la Juve Stabia ha fatto valere la propria superiorità tecnica.

Poco da dire e poco da aggiungere, serve solo aspettare cosa il destino del torneo ha in serbo per l’Akragas e fin dove il cuore biancazzurro, che comunque non è mancato anche oggi e che è riuscito a far giocare una salvezza ad una squadra data già per spacciata a gennaio, riuscirà ad arrivare lì dove non arrivano oramai le gambe e, forse, anche la mente. L’ultima giornata, è un tutti contro tutti: si andrà a Monopoli, che può anche perdere con un gol di scarto visto il vantaggio negli scontri diretti dovuto alla vittoria all’andata ottenuta dai pugliesi all’Esseneto, nel frattempo Catanzaro e Vibonese sono anch’esse lì a quota 38, pronte a sperare in un passo falso dei biancoverdi ma al tempo stesso anche ad una non eccessiva vittoria dell’Akragas per poter anche loro avere chance di salvezza diretta. In poche parole, ci potrebbero essere quattro squadre a 41 punti al fischio finale del campionato, tutte appaiate per l’ultimo posto disponibile per rimanere in Lega Pro senza passare dallo strazio dei play out e lì, a quel punto, sarà necessario soltanto sperare che, conti alla mano, si hanno i risultati giusti per brindare negli spogliatoi.

L’Akragas deve vincere, ma deve anche fare più di due gol: alla fine della stagione regolare, gli uomini di Di Napoli potrebbero ritrovarsi salvi, così come però anche quintultimi, quartultimi o terzultimi. Un fatto strano, che denota l’equilibrio del campionato, un fatto però che forse può ancora dare qualche sprazzo di luce ai tifosi agrigentini: nessuna delle squadre ancora impegnate nella lotta salvezza può permettersi di fare calcoli, bisogna soltanto per ciascuna cercare di fare più reti dei rispettivi avversari ed è proprio una mente libera da calcoli che potrebbe far tirare agli uomini di Di Napoli quel carattere che spesso durante il torneo li ha accompagnati fuori da brutte situazioni.

Non è stato un bel vedere quest’oggi all’Esseneto, ma è anche difficile trovare cause del 3-1 subito da una Juve Stabia oramai sicura dei play off: forse è finita la riserva nelle gambe, forse gli occhi troppo rivolti alla classifica, forse soltanto l’episodio di aver subito da una squadra importante due reti nel momento in cui si è rimasti in dieci, di sicuro c’è che l’Akragas non ha nelle sue mani più il proprio destino e può solo quindi aspettare, cercando di fare a Monopoli la migliore prestazione possibile. Solo al fischio finale di domenica prossima si potrà capire di più e da lì, a prescindere dalla classifica con cui concluderà l’Akragas, tirare il fiato e lasciarsi alle spalle pressioni e problemi in attesa di sapere in che modo i biancazzurri potranno giocarsi la permanenza in Lega Pro: non resta per l’appunto, dopo la sconfitta odierna, solo che aspettare.

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Indelicato Mauro