Akragas, Di Gaetano a GS.it: “Società seria, obiettivi importanti. Qui vorrei ripetere la cavalcata fatta a Trapani”

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Riportare il Gigante tra le grandi del calcio siciliano. Un obiettivo a lungo te

Riportare il Gigante tra le grandi del calcio siciliano. Un obiettivo a lungo termine, sicuramente, ma mai celato dalla dirigenza dell’Akragas che in vista della ripartenza del campionato di Eccellenza, girone A, vuole prenotare, come primo step, un pass per il prossimo campionato di Serie D. Ne abbiamo parlato con il tecnico biancazzurro, Francesco Di Gaetano, che ci ha svelato obiettivi e tanto altro nel corso di una lunga chiacchierata. Queste le sue parole a Goalsicilia.it:

Mister, finalmente il ritorno in campo è sempre più vicino. Come hai ritrovato la squadra? 

“Ci stiamo allenando nel modo più professionale possibile, abbiamo a disposizione la struttura e la società è presente. Abbiamo ripreso con le sedute collettive che è quello che mancava. Ciò che dà l’indicatore della condizione però sono le partite. In ogni caso stiamo lavorando e stiamo crescendo giorno dopo giorno. Dovremmo arrivare alla prima partita con una buona base per poi continuare a crescere”.

Reputi giusto ripartire in queste condizioni e con queste modalità?

“Finalmente si riprende ma secondo me tante cose si sarebbero potute fare meglio. E se ne potrebbe parlare di ore se pensiamo al format e a tutto quello che sta succedendo in alcune squadre. Ci sono società che non ambiscono al salto di categoria, se non vogliono sprecare soldi per loro sarebbe giusto fermarsi anche se dal punto di vista di giocatori e staff sarebbe sbagliato. Ripartire in questo modo non ha tutelato totalmente gli addetti ai lavori. Forse la Lega poteva fare qualcosa diversamente”.

Spareggi promozione per le prime sei, mentre le altre quattro si affronteranno per duemila euro. Cosa pensi di questo format?

“I duemila euro servono a poco perché le trasferte che si devono fare costano di più. Non si stanno tutelando quelle migliaia di giocatori che saranno costretti a fermarsi. Se l’Eccellenza è di interesse nazionale, a parer mio, dovevano esserci le retrocessioni è una promozione diretta. Non si doveva dare però la possibilità di scegliere se ripartire o meno. Chi si è ritirato sapeva a cos si andava incontro già a inizio campionato, forse per loro sarebbe stato meglio non ripartire già allora”.

Intanto nel girone A si riparte in dieci squadre,..

“È uscito il calendario, ma ci sono squadre in bilico, anche parlando di piazze importanti. Forse le giornate avrebbero consentito anche di fare andata e ritorno dato il numero esiguo di squadre”. 

Come si vince un campionato del genere?

“Noi ci stiamo preparando e vogliamo raggiungere il risultato che ci siamo prefissati. È ovvio però che tutte le squadre si stanno attrezzando e sono pronte a competere anche loro. Non sarà una cosa semplice, ma noi possiamo garantire che sputeremo sangue partita dopo partita per centrare un obiettivo importante. Poi bisognerà accettare i verdetti del campo”.

Il nuovo calendario vi vedrà esordire con la Folgore. Per voi cinque partite in casa e quattro in trasferta, ma quasi tutti gli scontri diretti fuori…

“Il calendario conta poco. Giocare dentro o fuori cambia poco, a maggior ragione vista l’assenza del pubblico. L’importante sono mentalità, idee e carattere. Prima o poi vanno affrontate tutte, non importa se le affronteremo in casa o fuori. L’obiettivo è arrivare nelle posizioni che consentono di partecipare ai triangolari”.

Come si vive dall’interno la differenza col girone B che continuerà con calendario e classifica originarie?

“È una situazione un po’ anomala. Si vive forse come una cosa un po’ improvvisata, si respira molta improvvisazione. Credo che nei gironi del Nord prima di studiare i format si siano accertati di quanti e quali squadre avrebbero partecipato alla ripresa. Forse qui il presidente Morgana aveva fiducia in quello che molti presidenti avevano detto prima di fare dietrofront. Capisco bene che non è dipeso da lui, comunque ci vuole rispetto per il lavoro che sta facendo, va solo ringraziato per l’impegno”.

Per quel che riguarda gli obiettivi non vi siete mai nascosti…

“Sono in una piazza importante, seria e ambiziosa. Oggi però è difficile fare una squadra che ammazzi il campionato, anzi… In questo girone non esistono squadre che ammazzeranno il campionato. Noi siamo una buona squadra che lotterà per la vittoria finale, ma se la giocherà con tutte. Sarà un campionato molto equilibrato, poi nelle partite secche conteranno gli episodi. Da un lato è bello perché chiunque può vincere e andare in D. Dall’altro però è un format che probabilmente non premierà la squadra che più delle altre avrebbe meritato”.

E al termine della regolar season, per così dire, via ai triangolari e agli scontri diretti…

“Negli scontri diretti conterà non solo lo stato di forma, ma anche la componente fortuna. Sarà necessario che non ci siano assenze per positività al Covid, per squalifiche o infortuni. E poi, ripeto, conteranno gli episodi quindi ci sarà da sbracciarsi, sperando che la sorte ti assista anche nelle gare secche”.

Intanto dal mercato sono arrivati rinforzi importanti, segno di compattezza e Unione di intenti con il club…

“Ho la fortuna di essere in una società che a oggi con l’Eccellenza c’entra poco, a partire dalla presidentessa per arrivare al custode, passando per la dirigenza. La piazza si aspetta tanto e dal mercato si aspetta il nome. Ma questo va accompagnato dalla qualità reale. Sono arrivati giocatori con dei trascorsi importanti, ma nel calcio bisogna sempre dimostrare. Dovranno fare la differenza in campo e fuori. La società però è presente, anche la Serie D andrebbe stretta a questa società”.

Sembri molto orgoglioso di questa società…

“Non voglio sembrare presuntuoso, ma ho avuto la fortuna di lavorare in società serie e con programmazione, su tutte il Trapani che è stata un gioiellino sotto la gestione Morace. Dalla struttura, alla gestione, dall’organizzazione a tutto il resto, rivedo quello che ho vissuto quando sono arrivato a Trapani in Serie D. E migliorando qualche tassello, questa è una società che può arrivare a fare il percorso che ha fatto il Trapani”.

Ti piacerebbe, quindi, ripetere quella cavalcata che hai già fatto a Trapani con mister Boscaglia?

“Una scalata del genere è il sogno di ogni allenatore con una società. E ad Agrigento sono particolarmente legato perché mi riporta indietro negli anni con ricordi indelebili. Mio padre ha allenato qui e ha vinto un campionato quando io ero piccolo e avevo 4 anni. Il suo ricordo è tenuto vivo dall’affetto che la gente mi fa sentire e che mi piacerebbe ricambiare con i risultati. Sarebbe anche una cosa romantica quella di padre e figlio che vincono un campionato in panchina nella stessa città. E questo traguardo lo dedicherei a lui”.