Akragas, Coppa: “Spero che durante la sosta potremo recuperare gli infortunati. La mia idea di calcio…”
Ai microfoni di “Akragas Tv”, il tecnico dell’Akragas, Marco Coppa, ha dichia
Ai microfoni di “Akragas Tv”, il tecnico dell’Akragas, Marco Coppa, ha dichiarato:
“Speriamo in questo turno di sosta di recuperare qualcuno dei giocatori infortunati, è arrivato nel momento giusto”.
“Obiettivo salvezza? Io ho sempre dichiarato quello che è l’obiettivo della società. A me però non piace stare nel mezzo, stare nel grigio. Io amo schierarmi, essere un po’ bianco e un po’ nero. Aver visto la mia squadra comportarsi come si comporta mi porta a dire che possiamo fare anche qualcosa di più. Non so dove possiamo arrivare, ma possiamo fare qualcosa di più della semplice salvezza”.
“Nel 2000/01 giocavo col Giarre, segnai contro l’Akragas e quella gara finì 1-1. Mi dicono che fossi un buon giocatore, ma so anche quali erano i miei limiti, soprattutto caratteriali. Avrei potuto giocare ad altri livelli, ma non avevo tantissima fame. A calcio deve giocare soltanto chi ha fame. Io ho cominciato dalle giovanili del San Gregorio, poi sono approdato alle giovanili del Catania e sono riuscito a esordire in prima squadra. Ho smesso a 32-33 anni. Ero all’Acicatena, il presidente ebbe dei problemi con l’allenatore e mi propose di allenare. All’epoca mi sono lanciato e oggi sono qui”.
“Credo di essere un allenatore né troppo moderno, né antico. Sono una via di mezzo, mi piace trovare l’equilibrio tra le cose che ho visto nel calcio quando ero più giovane e le cose che vedo adesso. Cerco di portare i miei concetti attraverso un requisito fondamentale per questo mestiere, un’ottima capacità comunicativa”.
“Non sopporto le frasi fatte, nel mondo del calcio ci sono tante bugie che poi vengono trasferite ai ragazzi. Il mondo del calcio non è sempre pulito. Per fare l’allenatore bisogna studiare, per fare il dirigente bisogna studiare e non bisogna invece farlo per le categorie inferiori. Questo secondo me non va bene. Le persone devono essere preparate, competenti. Anche i presidenti dovrebbero fare dei corsi e conseguire un patentino per presiedere una squadra di calcio. Io ho preso il patentino anche di ds a Coverciano perché volevo una preparazione a 360 gradi, ho presentato una tesi prendendo spunto da una frase di un allenatore molto più bravo di me, ‘chi sa solo di calcio non sa nulla di calcio’”.