Akragas: col Rende buona prova e zero punti. Adesso occorrono solo certezze

40

Sono due gli stati d’animo di chi è uscito dalle tribune dell’Esseneto dopo il match contro

Sono due gli stati d’animo di chi è uscito dalle tribune dell’Esseneto dopo il match contro il Rende: da un lato, una tenue ma concreta soddisfazione per il gioco espresso dai ragazzi di Di Napoli, i quali non si sono mai tirati indietro ed hanno effettuato una prestazione più che discreta e con una sconfitta che non può far altro che bruciare per via della sfortuna con la quale è maturata; dall’altra però, emerge anche preoccupazione per quella che è la situazione insita nell’ambiente biancazzurro e del calcio agrigentino in generale.

Pochi i tifosi presenti, forse nemmeno in occasione delle partite di Coppa Italia negli anni precedenti si è raggiunto un picco così basso di spettatori allo stadio e questo ha fatto il pari con gli striscioni posti capovolti in una curva sud silente e ben lontana dall’esprimere quel calore che contraddistingue il tifo agrigentino; un’atmosfera tetra, che non può far altro che riflettere quanto accaduto in questa ennesima estate di passione per l’Akragas, lì dove la rincorsa all’iscrizione ed alle proroghe per lo stadio ancora senza impianto di illuminazione scavalca la necessità di programmazione tecnica a lungo termine necessaria per mantenere un’intera piazza tra i professionisti.

Nessuna presentazione ufficiale della squadra alla città, nessuna garanzia circa il futuro del sodalizio biancazzurro ed una squadra ancora da assemblare: difficile far scattare quella scintilla d’entusiasmo in una Agrigento sportiva snervata e sfiancata dai lunghi tira e molla societari e da un ‘tirare a campare’ che a volte sembra mortificare il blasone e la storia di più di sessant’anni dell’Akragas.

Uno stato di cose che certamente non può durare a lungo ed a cui serve replicare con decisioni atte a far chiarezza ed a dar l’impressione, in primo luogo ai tifosi, di voler cambiare rotta; anche perché, per l’appunto, nel sabato di passione per i colori biancazzurri non è tutto da buttar via: quella vista contro il Rende è forse la migliore Akragas della gestione Di Napoli, ha reso per lunghi tratti gradevole la partita, non ha aspettato l’avversario ed ha impostato trame di gioco che all’Esseneto non si vedevano dagli anni delle cavalcate in Eccellenza e Serie D. I cinque gol totali del match, anche se hanno consegnato un passivo negativo per i siciliani, comunque lo dimostrano: la sfida è stata combattuta, con l’Akragas in vantaggio fino al minuto 78 e quindi quando di fatto già pregustava una vittoria che avrebbe voluto significare ossigeno puro non solo per una classifica ancora ovviamente poco indicativa, ma anche per un ambiente che avrebbe certamente beneficiato della migliore medicina che possa esserci in ambito sportivo, ossia quella del successo.

Appare soprattutto ben augurante l’intesa tra Salvemini e Parigi in attacco, i due spesso si sono cercati e trovati ed hanno pianificato trame offensive che più volte hanno dato l’impressione agli spettatori presenti all’Esseneto di indirizzare la partita verso un doppio vantaggio per l’Akragas; anche il ritorno di Vicente a centrocampo sembra un punto di partenza importante in vista del proseguo della crescita della squadra: il brasiliano ha ridato certezze al reparto e la sua intelligenza tattica appaiono vitali per sperare in un futuro con più soddisfazioni per il ‘Gigante’.

In poche parole, occorre adesso mettere assieme tutti i pezzi di un puzzle societario ancora sguarnito e che, in primo luogo, deve garantire in primis la permanenza dell’Akragas all’Esseneto con i progetti (oramai datati di alcuni anni) per l’illuminazione; il progetto quindi deve essere all’altezza sia di una piazza come Agrigento e sia della voglia che hanno i giovani affidati a Di Napoli di crescere lungo il corso della stagione. Navigare a vista non produrrà nulla di positivo e renderebbe vana la rincorsa all’iscrizione perpetuata nelle ultime ore disponibili dello scorso 18 luglio.