AIC, Calcagno: “Squadre si atterranno a misure del Governo, ma pensare di chiudere un gruppo è inimmaginabile. Sui dilettanti…”

27

Intervistato da “L’Inchiesta”, il vicepresidente dell’AIC (Associazione Italiana Calciato

Intervistato da “L’Inchiesta”, il vicepresidente dell’AIC (Associazione Italiana Calciatori) Umberto Calcagno parla della situazione del calcio italiano:

“Non avendo un protocollo definitivo, le squadre procederanno attenendosi alle misure del Governo valide anche per gli altri sport di squadra. Per cui, il distanziamento rimarrà. Pensare di poter tenere chiuso perennemente il gruppo squadra dopo questi due mesi di lock-down è inimmaginabile. Anzi, dirò di più. Oggi come oggi non avrebbe senso neanche il ritiro di due settimane in assenza di una data certa di ripresa delle partite. Il problema vero è la gestione della quarantena. Senza dimenticare le difficoltà da parte dei club nel reperire strutture ricettive. Alcune società di A se ne sono rese conto constatando il tutto. Innanzitutto urge stabilire al più presto una data presumibile di ripartenza. Poi è indispensabile sviluppare con attenzione anche i protocolli successivi. Per intenderci, la fase di completamento degli allenamenti propedeutici all’inizio dei campionati, l’organizzazione delle trasferte e tanti altri aspetti. La necessità di avere un quadro chiaro e completo è fortissima”.

DILETTANTI “Si dibatte tanto di indotto e del caldo come un’industria. Verissimo, nulla da obiettare. Ma si è discusso pochissimo dell’indotto intemo al nostro sistema. Ecco perché ripartire sarebbe importante. In caso di mancata ripresa della A ne risentirebbero a cascata anche le categorie sottostanti. Quindi Serie B e C, per non parlare poi dei dilettanti e dei settori giovanili. È chiaro che ciò non significa voler far partire tutti. Sarebbe utopistico pensarlo e sostenerlo. Però bisogna spingere per trovare una soluzione, salvando il movimento. Nei giorni scorsi il Consiglio Direttivo AIC ha deliberato l’erogazione di una cifra non inferiore ad un milione di euro da destinare al fondo solidaristico che dovrà auspicabilmente coinvolgere tutte le componenti del calcio, a sostegno dei calciatori e delle calciatrici, professionisti e dilettanti, che percepiscono i redditi più bassi. Un supporto concreto alle realtà spesso meno considerate”.