AIC, Calcagno: “La ripartenza della serie C non è da professionisti. Si rischia doppio salto mortale all’indietro…”

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Intervistato da “tuttoc.com”, il vicepresidente dell’AIC (Associazione Italiana Calciator

Intervistato da “tuttoc.com”, il vicepresidente dell’AIC (Associazione Italiana Calciatori), Umberto Calcagno, dice la sua sulla ripresa del campionato di serie C:

“La nostra posizione è stata fin da subito chiara. Sarebbe stato molto meglio completare la regular season senza playoff e playout. Così, invece, si è creato uno squilibrio competitivo: nella parte apicale c’è chi può scegliere di non ripartire, senza conseguenze disciplinari, situazione che falserà la competizione, viste le vittorie a tavolino. E ci sarà anche un incredibile danno per i giocatori che non potranno mettersi in mostra nel momento più importante della stagione: in carriera ho disputato 5 volte i playoff in Serie C e queste gare mi hanno sempre aiutato nel prosieguo della carriera. Gran parte delle società, insomma, non avrà nessun costo, scaricando tutto sui calciatori e su quei club che lotteranno per non retrocedere, costretti a giocarsi una stagione in 180 minuti. Per non parlare delle squadre retrocesse d’ufficio con 11 giornate d’anticipo”.

DECISIONI OPPOSTE A SERIE A E B “Spiace tantissimo vedere un professionismo a due livelli, con una ripartenza completa nelle prime due serie e una rabberciata in Lega Pro. La riforma dei campionati nel 2012 si prefiggeva di portare la Serie C verso un professionismo di alto livello. Con queste scelte si rischia un doppio salto mortale all’indietro: non vorrei che le errate decisioni pesassero sulle scelte federali e governative del prossimo futuro. Il professionismo dev’essere uno, pur con le giuste distinzioni tra A, B e C. La realtà è che la Serie C ha deciso di non farsi trovare pronta alla ripresa”.