Addio all’ex viola: Era salito due volte sul tetto d’Italia, tifosi sconvolti dalla perdita

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Lutto (LaPresse) Goalsicilia

Lutto per il mondo del calco italiano e non solo. Ci lascia un ex Fiorentina e Torino con cinque presenze in nazionale.

La morte di un idolo calcistico lascia sempre un vuoto enorme nei cuori dei tifosi. Quando un grande campione, che ha segnato un’era per una squadra, scompare, Diego Maradona è l’esempio più lampante di come un giocatore possa diventare un simbolo. La sua morte nel 2020 ha sconvolto Napoli e il mondo intero, lasciando un’eredità che va oltre il calcio. Un altro esempio è quello di Giampiero Boniperti, che con la Juventus ha scritto pagine storiche, vincendo numerosi titoli e restando nel cuore dei tifosi bianconeri anche dopo la sua morte nel 2021.

La morte di un presidente come Giovanni Agnelli ha segnato una svolta per la Juventus e per il calcio italiano. Agnelli, scomparso nel 2003, non era solo il leader della Juventus, ma anche un simbolo di potere e di successo. Lo stesso impatto lo ha avuto per i tifosi dell’Inter la morte di Giacinto Facchetti, nel 2006. Capitano dell’Inter, Facchetti ha incarnato l’anima della squadra e la sua morte ha lasciato un segno indelebile nei cuori dei tifosi nerazzurri.

Il Milan, con la figura di Silvio Berlusconi, ha vissuto una storia simile. La sua presidenza, dal 1986 al 2017, ha portato il club rossonero a dominare in Italia e in Europa, con numerosi titoli vinti. La morte di Berlusconi, nel 2023, ha segnato la fine di un’era che aveva cambiato per sempre il Milan.

Anche per i tifosi della Fiorentina, la morte di un idolo è stata un’esperienza dolorosa. Stefano Borgonovo, grande attaccante della Viola, è scomparso nel 2013, ma il suo ricordo vive ancora nei cuori dei tifosi fiorentini, soprattutto per il suo impegno contro la malattia che lo ha colpito. Per la Lazio, la morte di Giorgio Chinaglia ha rappresentato una grande perdita. Chinaglia, protagonista degli anni d’oro della squadra, è stato un simbolo per i tifosi biancocelesti.

Dalle liti con Antognoni alla squalifica per il toto-nero

Sia in Supercoppa italiana, che nel prossimo turno di Serie A, si osserverà un minuto di raccoglimento perla scomparsa di Aldo Agroppi. Personaggio amato e discusso, è stato per anni una bandiera del Torino. Da allenatore ha iniziato a Pescara, portato in A il Pisa, prima della grande chance alla Fiorentina.

In viola l’esperienza è stata segnata da un rapporto teso con i tifosi, che lo accusavano della cattiva gestione del capitano e simbolo Antognoni. In una occasione si sfiorò la rissa, Agroppi fu aiutato da Passarella per evitare il contatto fisico.

Aldo Agroppi (LaPresse) Goalsicilia

Addio Aldo Agroppi

Aldo Agroppi, classe 1944, si è spento in ospedale a Piombino dove era ricoverato da alcuni giorni dopo aver lottato a lungo contro una polmonite bilaterale. Il toscano, simbolo del Toro granata, dopo avere smesso col calcio nel 1993 è diventato un opinionista televisivo.

Spiccato accento toscano, ha fatto spesso discutere per le sue opinioni sul calcio talvolta estreme ed anticonformiste. Agroppi lascia la moglie Nadia e i figli Nilio e Barbara. La Federcalcio ha disposto che da oggi e per tutto il weekend sarà osservato un minuto di raccoglimento prima di ogni partita per commemorarlo.