Addio alla stella della serie A: muore a soli 20 anni | Calcio sotto choc
Stroncato da un malore improvviso, il suo vecchio club pubblica un lungo messaggio di cordoglio.
Negli ultimi anni, il mondo dello sport è stato scosso da numerosi casi di calciatori e atleti deceduti improvvisamente a causa di malori durante allenamenti, partite o nella vita quotidiana. Questi episodi tragici, sebbene rari, hanno sollevato interrogativi sulle cause sottostanti e sull’efficacia dei controlli medici preventivi. Atleti giovani, apparentemente in perfetta salute, si trovano improvvisamente vittime di condizioni cardiache spesso non diagnosticate, come cardiomiopatie o aritmie letali.
Le cause principali di questi eventi sono spesso legate a problematiche cardiache congenite o acquisite, difficili da rilevare nonostante le attuali tecnologie. In alcuni casi, una predisposizione genetica può rimanere nascosta fino al momento fatale. È il caso di patologie come la cardiomiopatia aritmogena del ventricolo destro o la sindrome di Brugada, che possono non manifestarsi nei normali esami medici, rendendo indispensabili test più approfonditi. Tuttavia, la rarità di queste condizioni e i costi dei controlli avanzati spesso limitano la loro applicazione.
La tragedia di giovani sportivi porta con sé un impatto devastante non solo per le famiglie e i compagni di squadra, ma per l’intera comunità sportiva. Questi eventi ricordano quanto sia importante promuovere campagne di sensibilizzazione e rafforzare le misure di prevenzione. Negli ultimi anni, molte federazioni hanno introdotto programmi di screening cardiologico più rigorosi e hanno reso obbligatorio l’uso di defibrillatori durante le competizioni e gli allenamenti. Sebbene queste misure abbiano ridotto alcuni rischi, c’è ancora molto da fare.
La ricerca medica sta avanzando per identificare meglio i fattori di rischio e prevenire ulteriori tragedie. Tuttavia, la sfida resta complessa: trovare un equilibrio tra la necessità di una maggiore sicurezza e la sostenibilità di protocolli più completi. La speranza è che con il progresso scientifico e una maggiore consapevolezza, si possano evitare altre perdite nel fiore degli anni.
Malore improvviso e disperata corsa in ospedale
È la notte tra domenica e lunedì, Assane Niang, toscano di origini senegalesi ma nato e cresciuto in Italia, ha trascorso la sera con gli amici ed è rientrato a casa. Poi un malore e la corsa in ospedale, al Careggi di Firenze.
Arrivato nella struttura sanitaria i medici hanno solo potuto constatare il decesso, non c’era più nulla da fare. A soli 22 anni Niang non ce l’ha fatta, sconvolgendo ovviamente i genitori, la sorella e il mondo calcistico della zona di Empoli dove aveva giocato e adesso faceva l’istruttore di giovani calciatori.
“Non sappiamo cosa sia successo”
Così come riporta “La Nazione” la sorella di Assane ha spiegato: “Mio fratello aveva passato una serata tranquilla in giro per le bancarelle natalizie, ha accompagnato un’amica a casa e vista la tarda ora è rimasto a dormire da lei. Ha avuto un malore ed è stato subito soccorso dalla stessa amica e dai suoi genitori, prima di essere portato in ospedale dall’ambulanza, ma purtroppo non c’era più nulla da fare”.
Niang era un fantasista, con un’ottima visione di gioco, cresciuto nel Tuttocuoio e arrivato ad esordire in Serie D tre anni fa con la maglia del Prato in Serie D. Adesso allenava i bimbi della scuola calcio di Ponte a Elsa, piccole comune vicino Empoli.