Acr Messina, la verità di Zeman a GS.it: ­“­Dall’interno qualcuno mi remava contro. Società e squadra…“

“Purtroppo quando ho cominciato tutto sembrava apposto, poi piano piano si è scoperto altro…”. Dopo le dimissioni di qualche giorno fa, mister Karel Zeman, parla della sua permanenza sulla panchina dell’Acr Messina, appena terminata. Si tratta delle prime parole del tecnico dopo l’addio alla squadra peloritana. Queste le sue verità, in esclusiva a Goalsicilia.it:

Mister, la tua avventura a Messina era cominciata sotto buoni auspici…

“Quando sono arrivato la squadra mi diceva che fino a quel momento, con i due allenatori precedenti, non si era mai allenata e che non vedeva l’ora di lavorare tanto e bene. Inzialmente lo abbiamo fatto anche al di sopra delle mie aspettative: nelle prime sei partite ne abbiamo vinte quattro giocando anche molto bene e perso di misura contro Palermo e Savoia fuori casa”.

Poi invece?

“E’ stata inserita una figura dirigenziale che io non conoscevo e piano piano ho notato che dall’interno mi si lavorava un po’ contro. Anche ultimamente, gli ultimi acquisti che io non avevo chiesto, hanno cominciato a mettermi in discussione quando invece la squadra, fino a quel momento, era felicissima di come veniva allenata”.

Stai parlando di Pasquale Leonardo?

“Io non ho fatto nomi…(ride ndr)”.

Non hanno aiutato le vicissitudini societarie…

“Le condizioni della società erano cambiate totalmente, all’inizio tutto mi era sembrato impeccabile ma poi non si trovava un campo per allenarci, c’erano ritardi nei pagamenti dei calciatori che questi ultimi hanno preso come punizione e non come stimolo, insomma tante condizioni che hanno aggravato la situazione”.

Insomma non può essere un caso che questa società ormai da qualche anno fa risultati deludenti…

“Di base ci sono le migliori intenzioni ma poi ci sono troppi sbalzi d’umore e troppe decisioni affrettate che vanificano il tutto”.

Cosa vedi nel futuro di questa squadra?

“La squadra è una delle più allenate dell’intero girone, abbiamo fatto un lavoro, anche durante la pausa che dubito altri hanno fatto. Sono sicuro che, almeno atleticamente, reggerà fino alla fine; anche tecnicamente i valori sono alti, non c’era bisogno degli innesti fatti ultimamente, la squadra era completa e forte. Però, quando le motivazioni vengono meno o qualcuno viene invogliato a non dare il massimo anzi a dare il minimo, i risultati sono quelli che sono”.

Mister, facciamo un passo indietro: dopo la sconfitta interna contro il Marina di Ragusa, si erano sparse già le voci di tue dimissioni…

“Erano voci assolutamente false, però ora che ho capito meglio determinate cose, immagino siano state messe in giro di proposito da chi lo avrebbe sperato…”.

Ancora una volta ti sei dimostrato di non essere un allenatore che resta legato alla poltrona…

“Sicuramente non faccio l’allenatore per diventare ricco a differenza di molti che, arrivati a Messina, l’hanno fatto per strappare l’ultimo contratto e non per una crescita….Non aveva senso continuare per avere ripercussioni sulla squadra”.

A posteriori, ti sei pentito di aver accettato la panchina dell’Acr Messina?

“Sono pentito amaramente, già l’anno scorso mi ero pentito di essere andato a Gela. So di non poter lavorare come voglio in questa categoria, purtroppo mi sono fatto abbindolare dalla storia di questa società ma, nonostante all’inizio tutto sembrava professionale, ancora una volta sono andato incontro al peggior dilettantismo”.

Per chiudere…

“Rimarco soltanto che fino a quando ho avuto io tutto il potere, la squadra era cambiata e faceva risultati…Non riesco solo a capire perché il potere sia passato ad altri e le motivazioni di questo lavoro contro di me. Magari lo spiegheranno altri…”.

Published by
Damiani Vittorio