Acireale, Piyuka a GS.it: ”Poteva andare meglio ma ce la siamo giocata fino alla fine. Sul futuro…”
“Non è andata come volevamo ma almeno ce la siamo giocata fino alla fine”. La stagione dell’
“Non è andata come volevamo ma almeno ce la siamo giocata fino alla fine”. La stagione dell’Acireale si è chiusa ad un passo dalla finale nazionale dei play off che valeva la serie D. Goalsicilia.it, ne ha parlato con Pablo Piyuka, centrocampista argentino protagonista di una buona stagione in granata.
Per voi è stata una stagione lunga e travagliata…
“Prima si è dimesso mister Anastasi, poi è tornato. Poi si è dimesso D’Amico, poi è rientrato. Poi con la nuova società si è cambiato di nuovo allenatore con mister Catalano che ha dato una mano nel finale. Tutti i giorni avevamo sempre un problema. Ogni due giorni noi giocatori cercavamo di fare una riunione, cementare il gruppo e cercare di isolarci da tutto per rincorrere l’obiettivo. Non era semplice”.
Senza tutti questi problemi, magari potevate centrare la Serie D prima dei play off…
“Dopo dicembre abbiamo capito che eravamo da soli. Per un periodo, dopo i dissidi con D’Amico, eravamo anche senza tifosi. Per fortuna almeno i tifosi sono tornati dimostrandoci grande calore, sono stati il dodicesimo uomo in campo. Ma i problemi non sono mai svaniti, quindi è stato tutto difficile il doppio”.
C’è un po’ di rammarico per essere stati eliminati in semifinale dall’Altamura?
“Si poteva fare di più. Abbiamo perso la qualificazione al ‘Tupparello’, quando abbiamo preso due gol in casa. Nel ritorno loro erano messi bene in campo, noi gestivamo la palla e loro ripartivano in contropiede”.
Quest’anno hai giocato in un ruolo che non è propriamente il tuo…
“Ti dico la verità, avevo giocato in questo ruolo solo gli ultimi mesi a Troina perché mancavano tanti giocatori, per dare una mano. Quest’anno, già dall’inizio, sono partito giocando come regista davanti la difesa. Ero abituato a giocare dietro le punte, mai avevo fatto la fase difensiva (ride, ndr). Ho sempre fatto il trequartista, ma ho fatto quello che mi ha chiesto il mister”.
Come ti trovi in Sicilia?
“Bene, bene. Questo è il terzo anno, sono arrivato a Troina due stagioni fa, sono stato bene, c’è molta tranquillità, gente educata e si può camminare tranquillamente. Dopo mi ha chiamato Sanseverino per andare ad Acireale e non potevo rifiutare la corte di una società così blasonata”.
Non ti mancheranno offerte per il tuo futuro…
“Mi hanno chiamato diverse squadre, anche di categoria superiore. Per ora però penso solo alle vacanze. Tornerò in Argentina per un mese. Poi quando torno, deciderò il da farsi”.
Ti piacerebbe rimanere in Sicilia?
“Mi hanno chiamato sia dalla Sicilia che da Puglia e Campania. Dopo i play off il telefono è cominciato a squillare. Sono aperto a tutte le opportunità”.
Hai portato l’asado ad Acireale?
“Non avevamo tempo e spazio (ride, ndr). L’anno scorso a Troina sì, sia asado (carne alla brace tipica argentina) che empanada (fagottini di pasta ripiena). Avevamo una villetta in campagna con i compagni. Qui era più difficile perché vivevamo in appartamento”.
Conosci la colonia argentina del Troina?
“Non ho avuto l’opportunità di conoscerli. Ogni tanto sono andato a Troina perché ho la ragazza di lì. Conosco solo Tuninetti che era già con me l’anno scorso”.
Chi era il tuo idolo da bambino?
“Riquelme. sono tifoso del Boca Juniors, ho avuto per quindici anni l’abbonamento allo stadio. Gli ho visto fare cose impensabili. Ci ha fatto vincere tutto, dal campionato alla Libertadores. Ho sempre visto i video delle sue giocate e cercato di imparare il suo gioco. Da piccolino, mi piaceva Batistuta perché giocavo come prima punta, poi ho cominciato a giocare più dietro e ho scelto Riquelme”.
Prima punta, poi trequartista, poi centrocampista…finirai la carriera da difensore mi sa…
“Può essere (ride, ndr). Io sono uno cui piace imparare. Se arriverà un allenatore che mi chiederà un nuovo ruolo, come fece Pagana lo scorso anno, lo proveremo”.
Tutti gli argentini hanno un soprannome particolare, qual è il tuo?
“Mi chiamo Pablo che è un nome molto usato in Argentina quindi tutti mi chiamavano accorciando il cognome: mi chiamano Piyu”.