Acireale, Meli: “Squadra, città e società devono remare dalla stessa parte per superare ogni ostacolo. L’obiettivo…”

Intervenuto in conferenza stampa, il nuovo ds dell’Acireale, Ettore Meli, si è presentato così:

“Ringrazio il sindaco per le belle parole, aggiungo che sarebbe un ottimo dirigente sportivo. Ringrazio i presidenti e il direttore perché mi hanno saputo coccolare e toccare con le parole giuste. Per me un anno fa era difficile pensare di potermi allontanare da Sant’Agata, ma questa nei miei pensieri remoti era la piazza che mi avrebbe potuto far allontanare”.

“La prima volta che sono venuto a giocare qui da ds è stato nel 2017, abbiamo perso 2-0 con reti di Contino e Cocimano. All’epoca in Eccellenza vedevamo campi un po’ così, fui subito colpito dall’ambiente, dalla tifoseria, quest’immagine mi è rimasta sempre legata. Col passare degli anni ci siamo ritrovati in Serie D e da lì abbiamo fatto diversi scontri. È nata anche quella simpatia, quella stima reciproca che poi ha voluto che quest’anno i due presidenti e il dg mi chiamassero per prospettarmi il progetto Acireale”.

“Il progetto Acireale mi è stato prospettato come un progetto non che parte da quest’anno o finisce quest’anno. Un progetto serio nel corso degli anni. Per poterlo fare non basta la società da sola, non basta il ds e non bastano i calciatori. Serve tutto l’ambiente. Voglio ribadire che se non ci fosse quest’attuale società oggi l’Acireale non parteciperebbe al campionato di Serie D, è giusto dirlo in maniera chiara anche per aiutare a crescere. Fino a poco tempo fa quando si parlava di Acireale la gente scappava. Ancora oggi io chiamo qualche calciatore e sembra di nominargli il diavolo. Sicuramente nel corso degli anni la gestione non è stata delle migliori e non parlo di risultati sportivi. Bisogna fare ciò che si può fare, come in una famiglia. Quando una famiglia può andare in vacanza ci va, altrimenti non ci va”.

“Questa squadra ha trascorsi importanti. Da un lato bisogna guardare alla propria storia, dall’altro lato bisogna anche guardare avanti, essere realisti e cercare di fare ciò che è possibile fare. Il calcio è uno sport strano e imprevedibile. La Juve Stabia ha stracciato il campionato di Lega Pro, salendo in B contro squadre che avevano speso cinque o sei volte tanto. Il Mantova idem, la Carrarese aveva il ventesimo monte ingaggi della Lega Pro. Esistono i miracoli ma per poterli fare ci vuole organizzazione, ci vuole tempo e soprattutto tutti devono remare dalla stessa parte. In una canoa basta uno che gira il remo al contrario e la barca si capovolge”.

“L’Acireale viene da anni difficili. L’anno scorso sono stati bravissimi a recuperare buona parte della credibilità con l’ambiente esterno, buona parte dei problemi che c’erano. Ora c’è il secondo step, creare una struttura societaria, sportiva, che possa permettere a questa città di sognare. Se io posso spendere 1 e c’è chi spende 5, sulla carta chi spende 5 è avvantaggiato. Ma come dicevo prima, nel calcio 2+2 non fa 4. Serve organizzazione. Non si vince solo con i calciatori, si vince con l’organizzazione. Noi cercheremo di organizzare questa società nel miglior modo possibile per arrivare più in alto possibile”.

“L’Acireale giocherà per vincere sempre e comunque, non ci sono obiettivi. L’obiettivo è giocare bene a calcio. Una delle cose che mi è rimasta in testa è quando sono venuto quest’anno ad Acireale, il mio obiettivo è portare la gente allo stadio. E per portare la gente allo stadio ci vuole una squadra che giochi al calcio. Questa è la prima cosa. La prima cosa che abbiamo chiesto col mister sono i lavori allo stadio, per avere un terreno di gioco degno dell’impianto e degno di una società del genere. Per giocare a calcio ci vuole il pallone, i giocatori, ma anche il terreno di gioco. Questo è anche un desiderio del presidente Di Mauro da due anni”.

“I momenti difficili ci saranno, ma si superano insieme. Le critiche a me piacciono, quando sono costruttive, non distruttive o a prescindere. Io penso, spero che intanto l’Acireale possa tornare a entusiasmare i propri tifosi, poi per i progetti futuri questa piazza non si deve porre limiti. Il problema non è vincere e arrivare in categorie superiori, ma bisogna essere realisti. Il Lamezia credo che in tre anni abbia speso 8 milioni di euro, alla fine è scomparso. Il Trapani ha fatto qualcosa di incredibile, qualcosa che è fuori categoria. Il prossimo anno ci saranno Reggina, Siracusa. È giusto che ognuno vada per la propria strada e noi andremo per la nostra, ricordandoci che se la squadra, la società e la città diventano un tutt’uno, questo è l’unico modo per poter superare ogni ostacolo. Per poter crescere e far sognare i tifosi, tutti devono dare una mano. Questo è il mio pensiero, il mio desiderio”.

“Voglio ringraziare in particolare mia moglie e la mia famiglia, a 52 anni non pensavo di poter fare una cosa del genere. Mia moglie mi ha dato la forza, la spinta per questa scelta, dicendomi che lei era d’accordissimo con la scelta e con la piazza. Questo è stato molto importante”.

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