Conferenza stampa fiume in casa Acireale. A parlare è il direttore generale granata Giuseppe Fasone che fa il punto della situazione. Il dg ha cominciato dalla cronistoria dell’attuale società:
“Non voglio trasmettere il pensiero che questo silenzio sia una chiusura nei confronti di qualcuno. Vorrei partire da quello che è stato uno dei temi di questo periodo, il fatto che la società abbia sbagliato a propagandare il detto ‘Abbiamo un sogno, realizziamolo’. Con questo slogan noi volevamo stimolare la città, creare entusiasmo e ridare credibilità. Il fatto che si sogna però non deve essere un obbligo. Tutti sogniamo per un motivo o per un altro. Possibilmente abbiamo sbagliato perché forse ci ha fatto del male. Dopo il piazzamento dell’anno scorso in cui l’Acireale senza penalizzazione avrebbe chiuso terzo in classifica, dovevamo ripartire da quel punto”.
“La scorsa estate l’Acireale ha creato una solidità affrontando le ultime vertenze. Si era deciso di alzare l‘asticella e questo può essere importante in una piazza come Acireale. Abbiamo uno sponsor importante, il nostro patron Giovanni Alì che non si è tirato indietro. E così si è pensato di creare uno store e anche un logo nuovo. E lo scorso 9 agosto 2020 la Lega ci aveva informato di avere la possibilità di ospitare mille spettatori allo stadio. Questo ci avrebbe dato un ristoro economico e di motivazioni, perché i tifosi sono una parte importante”.
“Non penso assolutamente di dire qualcosa di male nei confronti dei nostri tifosi, perché io per primo sono un tifoso. Credo che la nostra tifoseria sia la terza in Sicilia e forse nella Lega Dilettanti nessuno si può permettere una tifoseria del genere”.
“Sono state dette anche tante cose riguardo i programmi: ‘sono finiti i soldi, è cambiato il programma’… Questo non è mai successo, nel nostro progetto e piano finanziario c’è una tabella da rispettare e questo non ci appartiene. Purtroppo i risultati hanno fatto sì che l’Acireale, dopo un buon inizio, ha pareggiato a Troina e poi perso a Messina. Qualche polemica iniziò da lì. E da lì è partito un cammino altalenante”.
“Per quel che riguarda l’aspetto societario ho sentito dire tante cose. Dobbiamo ricordare una cosa, perché se non ricordiamo il passato perdiamo la verità e la realtà di quello che siamo oggi. L’Acireale nel 2018 nelle ultime gare si dichiarò in autogestione e i giocatori raccoglievano i soldi vendendo i biglietti in giro. Io rabbrividii pensando al nostro Acireale ridotto così e Gianluca Cannavò mi chiese di collaborare con lui se me la fossi sentita. E ho detto di sì, per l’Acireale. Da quel momento in poi ho messo da parte tutto quello che riguarda la mia vita perché ho sempre seguito l’Acireale e ho conservato sempre tutti gli abbonamenti. Quell’anno abbiamo completato la stagione, poi ci siamo adoperati come meglio potevamo”.
“Da lì l’Acireale doveva ripartire: c’erano due staff da pagare e tantissimi giocatori che avevano preso una o due mensilità. Era una montagna da scalare senza nessuno accanto a noi. E così è nata l’Associazione ‘Noi siamo Acireale’ che rispose alla grande. Anche grazie all’aiuto di Salvo Palella che immise 22mila euro siamo riusciti a iscriverci al campionato. Ma accanto a noi non c’era nessuno. Si parlava di Giovanni Alì che poi virò verso Siracusa. Noi comunque siamo andati avanti, cercavamo di racimolare qualche sponsor e abbiamo affrontato le vertenze che intanto arrivavano. In quel periodo l’aiuto di Pasquale Leonardo fu importantissimo, non guardò né ruolo né soldi. E siamo riusciti a costruire una squadra”.
“I tifosi però mi dicevano che con una squadra di ragazzini era meglio ripartire da altre categorie. Savanarola sposò subito la causa Acireale aderendo anche all’Associazione. Prendemmo mister Carlo Breve e di mia iniziativa prendemmo Peppe Madonia, per costruire qualcosa che già dava le sembianze di una squadra. Poi sono arrivati altri giocatori, Gambuzza, Campanaro, Aprile, forse non di primissima fascia ma buoni giocatori. Nel nostro progetto con un budget limitato dovevamo affrontare la stagione per vedere dove saremmo arrivati perché credevo che tante persone si dovessero avvicinare. Con l’incasso della partita col Bari pagammo il primo stipendio della squadra, poi qualche acconto e qualche affitto. Ma c’era ancora da scalare”.
“Purtroppo a Gianluca Cannavò il 6 dicembre per motivi vari, o perché non era ben visto dalla tifoseria, fu chiesto di mettersi da parte. E in quel momento si avvicinò a me Salvo Manciagli e abbiamo affrontato l’altra parte della stagione. Stiamo parlando di persone che non avevano mai fatto calcio. C’era Pasquale Leonardo accanto a noi e anche Alì che si stava avvicinando e a cui io ho chiesto una mano per far rivivere alla piazza tutto ciò che erano stati i bei tempi. E da lì lui mi diede un contributo senza impegno, pur avendo già Siracusa”.
“Ho chiesto un prestito di 20mila euro personalmente e pagammo il mese di dicembre. Qualche piccolo sponsor già ci dava una mano e ringrazio ancora Manciagli. Arrivò febbraio e l’Acireale doveva pagare un altro stipendio, ma nel frattempo erano arrivate cinque vertenze: andammo da Giovanni Alì perché da soli non potevamo farcela e lui mi disse che mi avrebbe dato una mano. Ho fatto un’anticipazione bancaria, ho prelevato altri soldi e ho pagato un altro mese di stipendio. Volevo finisse prima possibile questa stagione…”.
“A quel punto pensai alle vertenze di giugno, ho trattato con i giocatori ed effettivamente mi sono scontrato con loro. Nel frattempo c’erano i giocatori della stagione in corso che minacciavano altre vertenze, gli ho fatto degli assegni a mio rischio e pericolo. In quel momento ho chiesto ad Alì, che stava avendo problemi a Siracusa, di avvicinarsi ad Acireale. Sono riuscito a trattare, un contributo me l’ha dato sempre Alì e il resto lo ha affrontato l’Acireale. E così abbiamo iscritto la squadra al campionato”.
“Nel frattempo si era avvicinato a me il ds Agatino Chiavaro. Giovanni Alì si leccava ancora le ferite di Siracusa e dissi a lui che ‘Acireale era una piazza a cui serviva entusiasmo’. Dovevamo scegliere un allenatore, parlammo con Ignoffo e con Pagana e scegliemmo Pagana al di là di Giovanni Alì e degli obiettivi. Lui stesso ci disse di fare un anno di assestamento, essendoci il Palermo, per poi crescere. E così facemmo. Arrivarono molti suoi giocatori di fiducia, la squadra prese corpo e fece un campionato brillante”.
“Già l’anno scorso Alì si innamorò della piazza di Acireale, del seguito, della tifoseria e si convinse che questa era la piazza giusta per fare calcio perché Acireale non ha niente da invidiare alle grandi città, io ad esempio la paragonerei a Foggia. Parlammo e contribuì in maniera importante al sostegno. Altrimenti non avremmo potuto pensare a certe cose. L’anno scorso abbiamo fatto una squadra senza convinzione di andare oltre, sapevamo che c’erano realtà come Palermo e Savoia”.
“Quest’anno invece abbiamo aggiunto qualche tassello all’importante organico dell’anno scorso, per cercare di alzare l’asticella. Alì non si tirò indietro e cominciammo a fare una campagna acquisti in cui dove a due o tre giocatori sono stati dati degli acconti e a quelli dell’anno scorso sono state saldate le spettanze dovute, propedeutiche all’iscrizione in campionato. E così abbiamo chiuso le pendenze, avendo una società solida. Da lì iniziò il nostro pensiero di diventare importanti. Purtroppo credo che in questo gruppo forse qualcosa non è andato bene e si sono create delle discordie”.
“Vorrei dire qualcosa riguardante il nostro amico Nando Pappalardo che io stimo perché ho un rapporto leale con lui. La scorsa estate, quando gli chiesi di avvicinarsi alla società come sponsor oppure entrando in società. Lui mi chiese qualche settimana, decidendo di sponsorizzare la maglia. In estate abbiamo raggiunto questo accordo. Ci ha anche dato una mano con la creazione del nuovo logo”.
“Lungi da me pensare che l’Acireale dovesse fare il doppio salto dalla D alla C e dalla C alla B. Altrimenti dovrei essere sottoposto a TSO, sappiamo quanto sia complicato economicamente. A Pappalardo faccio gli auguri per il figlio, poi gli dico che lui è sempre il benvenuto, per entrare in società o rilevarla”.
Il dg ha poi parlato del momento attuale vissuto dal club granata:
SITUAZIONE ATTUALE “Oggi ci ritroviamo a far fronte a delle uscite di giocatore che forse hanno avuto un po’ timore di non farcela. Oggi quando sei un tesserato dell’Acireale, devi giocartela fino alla fine. Capisco e non commento le parole del mister Pagana. Quando uno si ‘lascia con la fidanzata’, poi dice di tutto e di più, magari offendendo la stessa fidanzata. Siccome stimo il mister, preferisco non commentare. A me non piace innescare le polemiche perché sono frutto del nervosismo”.
FUTURO “Quello che mi interessa è il prosieguo dell’Acireale Calcio e io ribadisco il mio amore verso l’Acireale. Garantisco il mio impegno e continueremo fino al 30 giugno di garantire la solidità della società. È quello che ho detto anche a tanti tifosi. Vorrei sapere dove sono questi affitti da pagare, quando addirittura in qualche caso abbiamo anche pagato due mesi di cauzione”.
ALì “Per quel che riguarda Alì, presidente, patron e sponsor principale voglio dire che ha messo veramente tanti soldi. Lui ha preso veramente a cuore l’Acireale e questo ce lo siamo detti tante volte. L’Associazione quest’anno ha incassato 24mila euro, non è una cifra che consente di affrontare un campionato. Alì ci ha dato una grossissima mano e io con lui ho instaurato un rapporto non solo lavorativo. Amministrare l’Acireale per me è un senso di dovere, ho messo tutto da parte per l’Acireale e lo rifarei. Ciò che ha fatto male è che tanti hanno dato voce a tante voci spiacevoli. Queste hanno fatto solo male. Oggi per me Alì è a tutti gli effetti il patron dell’Acireale, il rispetto per lui non può essere sottaciuto. Non abbiamo mai pensato di sobbarcarci cose che non potevamo”.
STIPENDI “Abbiamo giocatori pagati fino a febbraio e altri fino a gennaio. Mi stupisce che ci siano voci di giocatori che devono percepire cinque mensilità. Con alcuni abbiamo fatto anche un accordo: non avremmo ridotto i compensi in caso di protocolli o interruzioni. E tutti hanno accettato. Quello degli stipendi non è mai stato un problema. E le famiglie ci fanno i complimenti perché i ragazzi alloggiano in due foresterie dove hanno tutti i privilegi: la signora che cucina, quella che fa le pulizie… Oggi Acireale come immagine è una società sana che ha bisogno soltanto di un po’ di serenità. Questo è quello che chiedo a tutti. Il futuro dell’Acireale non è a rischio, noi andremo a concludere la stagione con una società sana”.
VOLONTA’ “C’è tutta la volontà di continuare nell’impegno che abbiamo preso. Nel comunicato abbiamo solo chiesto dialogo ai tifosi per il bene dell’Acireale. Forse qualche tono diverso da quello che ci si aspettava ha fatto scaturire questo comunicato. Ma noi andremo avanti per il bene di questa società. Giovanni Alì ha visto in me una persona onesta, leale e sincera e qui nessuno si tira indietro dall’impegno che abbiamo preso. Qui c’è tanta fame di calcio”.
SLOGAN “Noi con quello slogan non volevamo illudere nessuno. Nessuno infatti ha garanzia di vincere il campionato, anche se investe tanti tanti soldi. Noi avevamo immaginato che una base c’era già ed era importante. I giocatori che sono arrivati forse non si sono integrati ma non voglio dire di chi siano le colpe, anche perché in questo c’è più di una verità. Tanti giocatori sono andati e tanti sono venuti. Qualcosa probabilmente l’abbiamo sbagliata anche noi”.
GRUPPO “Il gruppo a volte è un vantaggio, forse quest’anno in alcuni casi è diventato uno svantaggio. Qualche giocatore ha espresso la volontà di cambiare maglia e andare via e questo mi lascia pensare che forse qualcosa l’abbiamo sbagliata. Ma chi non sbaglia? Se abbiamo sbagliato l’abbiamo fatto in buona fede”.
BUDGET “Il Messina prova a vincere da cinque anni e non si sa ancora se riuscirà a vincere. Noi non abbiamo pensato che avendo un budget inferiore agli altri avremmo sicuramente vinto. Avevamo puntato su una situazione di vantaggio dettata dal gruppo, dallo zoccolo duro. Un gruppo che l’anno scorso aveva fatto divertire tanti tifosi”.
TENSIONI “Dopo la sconfitta di Rende c’era tanta amarezza e i tifosi chiedevano la testa dell’allenatore, qualcuno forse in maniera anche più animata. C’è stato un incontro con il direttore sportivo e con me. Io ho detto che avrei dovuto consultarmi. Il ds o Giuseppe Fasone, presi anche dalla rabbia, forse avevano rassicurato i tifosi che il mister sarebbe stato dimissionario anche perché la mattina era andato via dall’allenamento per qualche parola di troppo di qualche tifoso. La sera ci siamo riuniti, io, il presidente Alì, il ds… Abbiamo analizzato con calma i pro e i contro, il mister ci aveva annunciato la volontà di dimettersi e andare via perché non se la sentiva più di andare avanti. Il mercoledì avremmo avuto la partita col Troina e poi il Sant’Agata. Abbiamo chiesto al mister di giocare queste due partite chiedendo lui di ritirare le dimissioni. Lui ci pensò e si convinse a tornare sui suoi passi. E la sera lo confermammo in diretta”.
VINCERE I CAMPIONATI “Per vincere i campionati ci vuole unione tra tutte le componenti e forse questa non c’è stata. I nostri errori però non devono comportare il rischio che l’Acireale non abbia futuro. Sicuramente l’Associazione è al centro del progetto, ma che ruolo vuole rivestire? Ovviamente è al centro del progetto nei limiti di quello che può essere una partecipazione spontanea. Se ci sono troppe teste che decidono, allora nessuno potrà avvicinarsi all’Acireale. Non può essere l’Associazione a prendere decisioni, l’Associazione è a sostegno”.
OBIETTIVI “L’obiettivo è continuare ad affrontare la stagione dignitosamente e non con tutti i ragazzini. Con i ragazzini da una parte abbatti i costi, ma abbatti anche te stesso. Acireale ha bisogno di una base e di una squadra che rappresenti degnamente la città, la tifoseria e la piazza. Giocare solo con ragazzi di Acireale sembra improbabile. Dobbiamo concludere la stagione in modo dignitoso e salvaguardare la società. Adesso siamo quasi fuori dai giochi per la promozione, ma baratterei chiudere l’anno con zero pendenze piuttosto che vincere come fanno altre società dilapidando tutto… “.
PROGRAMMAZIONE FUTURA “Secondo me è ancora troppo presto. Stiamo giocando a porte chiuse e non sappiamo fin quando lo faremo. Acireale è aperta a tutte le persone, cerchiamo gente che sposi il nostro progetto. Ben vengano altre persone. Aspettiamo un po’ che si rassereni l’ambiente”.
CHIAVARO “Il 31 marzo si chiude il calciomercato. La sua posizione? Ormai c’è poco da fare, secondo me i conti si fanno alla fine, a volte fare le cose mentre si corre è sbagliato. Bisogna terminare la stagione e poi sedersi e tirare le somme. Oggi c’è ancora qualche giocatore che ha chiesto di andarsene e dovrà essere rimpiazzato”.
MERCATO “Forse qualcun altro andrà via, stiamo comunque cercando di ricomporre un po’ il puzzle. Tutto passa comunque dal finale di questo campionato. Ieri c’è stato il trasferimento di Silvestri al Taranto e adesso vedremo come finirà con qualcun altro. Dobbiamo capire la volontà di chi vuole restare”.