Acireale, Cannavò: “Play off di serie D sono soltanto costi aggiuntivi. Propongo una modifica del regolamento…”
Attraverso un comunicato stampa, il vicepresidente dell’associazione “Noi siamo Acireale<
Attraverso un comunicato stampa, il vicepresidente dell’associazione “Noi siamo Acireale“; Gianluca Cannavò, lancia una proposta di modifica del regolamento dei play off di serie D:
“Alla vigilia della nuova stagione del massimo campionato dilettantistico, credo si imponga una seria riflessione sul regolamento dei play off di Serie D e sulla loro reale utilità.
Dal mio punto di vista non è più ammissibile un sistema, come quello attuale, che non consente alle Società vincenti i play off di ambire alla promozione diretta in Lega Pro.
Allo stato dell’arte, i play off comportano solo costi aggiuntivi per le Società – in termini di prolungamento degli obblighi di vitto e alloggio nei confronti dei tesserati, ovvero di organizzazione di lunghe e costose trasferte non sempre ripagate dagli incassi – a cui non corrispondono concreti benefici.
Infatti, non può veramente essere considerato tale l’inserimento nella speciale graduatoria per i ripescaggi e ne è riprova il fatto che, delle nove Società vincenti i play off 2018/2019, solo due hanno effettivamente presentato domanda e solo una, quella del Modena, è stata accolta.
Di contro, ha usufruito del farraginoso meccanismo la Reggio Audace (erede della storica Reggiana), in qualità di Società perdente i play off e addirittura tredicesima in graduatoria: a conferma che la politica dei ripescaggi in Lega Pro tende più a premiare le credenziali economiche piuttosto che i meriti sportivi, considerato che ben poche Società possono permettersi l’oneroso contributo di 300 mila euro a fondo perduto determinato dalla FIGC come condizione per il ripescaggio.
Il quadro generale è ulteriormente complicato dal fatto che, negli ultimi anni, la Serie D è divenuta la piattaforma di (ri)lancio delle nobili decadute, Società professionistiche cui nonostante crac economici deflagranti viene consentito di ripartire dalla quarta serie nazionale con rinnovata verginità, ma che possono contare su bacini d’ utenza, strutture, tradizioni e condizioni economiche complessive che nulla hanno a che spartire con il dilettantismo.
Nella stagione appena trascorsa è stato il caso, oltre che delle citate Modena e Reggiana, di Bari, Avellino e Cesena, mentre nella stagione attuale hanno usufruito della possibilità piazze del calibro di Palermo e Foggia.
Se di certo queste blasonate Società danno lustro al campionato, per altro verso rischiano di cannibalizzarlo, finendo per risultare svilita la competizione sportiva e vani i gravosi sforzi di quelle Società che investono importanti risorse per allestire squadre di vertice ma che, in fin dei conti, possono ambire soltanto alle posizioni di rincalzo che, come detto, valgono solo per le statistiche o poco di più.
Sulla base di queste considerazioni, ritengo che l’aumento del numero delle Società di Serie D da promuovere in Serie C al termine della stagione agonistica, in ragione di tre unità, sia la strada da percorrere senza indugio per incrementare ancor di più l’interesse di sportivi e operatori verso la competizione e attrarre nuovi investitori.
A questo risultato si può giungere senza grandi stravolgimenti attraverso la modifica del regolamento dei play off.
In ultima analisi, si potrebbe prevedere un meccanismo per cui, al termine del Campionato, ogni girone dei nove che compongono la Serie D esprimi, oltre alla squadra prima classificata che accede direttamente alla Lega Pro, un ulteriore compagine che acquisirebbe il diritto di partecipare ai play off a fase nazionale (da determinarsi secondo lo schema classico vincente 2° classificata – 5° classificata contro vincente 3° classificata – 4° classificata).
Le nove Società qualificate potrebbero a loro volta essere raggruppate in tre gironi di tre squadre, ciascuno dei quali attraverso un mini torneo “all’italiana” designerebbe una vincente play off che accederebbe in Lega Pro.
Ovviamente tale riforma andrebbe coordinata con analoga riforma del format della Serie C in quanto le tre promozioni aggiuntive andrebbero assorbite da un pari numero di retrocessioni.
Al limite, per prevenire facili obiezioni da parte delle Società di Lega Pro, si potrebbe prevedere che l’accesso al professionismo per le vincenti play off di Serie D sia sancito da un ulteriore gara contro le Società perdenti play out di Serie C: il che creerebbe un ulteriore occasione per accendere i riflettori sui campionati cd. “minori”.
Per poter attuare sin dalla stagione 2019/2020 questa regola si potrebbe creare una norma transitoria che prevedere solo per questa stagione ulteriori tre promozioni in lega Pro.
Intendo affidare queste mie riflessioni, oltre che ai commenti di tutti gli appassionati, anche alle Istituzioni del calcio, in primo luogo nelle persone del Presidente della Lega Nazionale Dilettanti, on. Cosimo Sibilia e del Vice Dott. Sandro Morgana, al Presidente della Lega Pro Dott. Francesco Ghirelli della Vice Presidente della Lega Pro Cristiana Capotondi oltre al Presidente della F.I.G.C. Dott. Gabriele Gravina a cui ho inviato una lettera, auspicando la costituzione di un tavolo tecnico destinato a verificare la fattibilità della mia proposta, ho voluto informare tutte le 166 società dei 9 gironi di serie D perché credo che con l’apporto di tutti si possa e si debba riuscire ad eliminare questa stortura e solo con la collaborazione e il contributo di tutti si possa raggiungere l’obbiettivo prefissato”.