300mila euro a settimana senza giocare | Accordo folle in Serie A: tifosi disgustati
Una situazione insolita e insostenibile anche per il club, che deve pagare il giocatore.
I calciatori fuori rosa sono sempre difficili da gestire soprattutto perché rimangono a libro paga del club. Una situazione che si può verificare per diverse ragioni e che talvolta coinvolge stipendi molto elevati. Questo avviene quando la società decide, per motivi tecnici, disciplinari o strategici, di non includere un giocatore nel progetto sportivo, senza però riuscire a risolvere anticipatamente il contratto.
Uno dei motivi più comuni è il mancato accordo tra club e giocatore per una risoluzione consensuale o per un trasferimento. Spesso, il calciatore non accetta di rinunciare al suo stipendio, specialmente se particolarmente alto, e preferisce rimanere formalmente sotto contratto, anche senza essere impiegato in campo. Questo può derivare da clausole contrattuali favorevoli o dall’assenza di offerte soddisfacenti da parte di altre squadre.
Un altro fattore può essere il conflitto tra il giocatore e l’allenatore o la dirigenza, che porta alla sua esclusione. Se il contratto non prevede termini che consentano una risoluzione immediata per giusta causa, il club è comunque obbligato a pagare il salario pattuito, anche se il giocatore non scende in campo o non si allena con la prima squadra.
Questa dinamica può avere conseguenze significative sia per il bilancio del club, che si trova a sostenere costi elevati per un elemento inutilizzato, sia per il calciatore, il cui valore di mercato e condizione atletica rischiano di deteriorarsi, generando un impatto negativo per entrambe le parti.
Una gatta da pelare per il Milan
È il caso di Divock Origi, attaccante del Milan. Il centravanti rossonero percepisce 4 milioni di euro annui e ha un contratto che scadrà solamente nel 2026. L’ex Liverpool si allena da solo e non a Milano: qualcuno dice di averlo visto a Firenze, altri a Roma e la verità è che ha passato del tempo in entrambe le città.
La scelta da parte del club è quella di non farlo allenare con Paulo Fonseca e permettergli di mantenersi in forma autonomamente con un preparatore.
Stipendio da capogiro
Per ragioni fiscali il belga deve rimanere in Italia per buona parte dell’anno, precisamente metà più un giorno, perché solo così può usufruire del decreto crescita.
Fino a gennaio non cambieranno le cose, poi dipenderà da lui: se vorrà ridursi lo stipendio potrebbe ripartire dall’Inghilterra o dal Belgio, con il Diavolo che lo libererebbe a zero. Altrimenti continuerà a percepire oltre 300mila euro al mese senza giocare.